ISSN: 2038-0925

Numero 24 | Invio di contributi

"Angle Droit" by Théo on Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

"Angle Droit" by Théo on Flickr (CC BY-NC-SA 2.0)

IT | FR | EN |
ES | PT | GR
.
.
.

Le dittature militari:
fisionomia ed eredità politica

Nel periodo compreso fra il 1945 e il 1976 sono stati numerosi i colpi di stato militari in tutto il mondo. In tutta l’America Latina, solo Messico e Costa Rica ne sono rimasti indenni; nello stesso periodo anche la metà degli Stati asiatici e i 2/3 degli Stati mediorientali e nordafricani ha sperimentato l’intervento dei militari; in molti Stati dell’Africa subsahariana i colpi di stato si sono originati a seguito della decolonizzazione, durante gli anni compresi tra il 1963 e il 1976 [1]. Nella stessa Europa, il fenomeno ha riguardato la Grecia dei Colonnelli negli anni Settanta e la Polonia di Jaruzelski negli anni Ottanta. Il fenomeno, benché ridottosi nel numero, non si è esaurito, come dimostrano i recenti casi maliano ed egiziano.

L’intervento dei militari in politica ha segnato la storia di molti paesi nel XX secolo. Il loro intervento è stato considerato in modo negativo dal marxismo – che ha interpretato i colpi di stato militari come la diretta risposta al rafforzamento delle classi popolari e dei partiti di sinistra [2] – e dalla prospettiva liberale, che ha visto nel golpe una deviazione dal modello liberal-costituzionale [3]; per contro alcune interpretazioni hanno visto nell’intervento dei militari una spinta verso la modernizzazione in grado di portare allo sviluppo di sistemi politici considerati arretrati [4].

Più recentemente questo fenomeno è stato associato alla mobilitazione sociale e all’assenza di istituzioni politiche consolidate, a situazioni caratterizzate da divisioni etniche e localismi [5], o all’incapacità dei governi di dare risposta ai problemi economici [6]. Che cosa succede dal punto di vista istituzionale e legislativo durante il governo di una giunta militare? L’intervento dei militari va considerato una parentesi nel passaggio tra un governo di tipo civile e un altro e le sue conseguenze come transitorie o questo criterio va messo in discussione [7]?

Diacronie, a partire da questi interrogativi, intende affrontare il problema dei governi militari e dell’eredità che questi lasciano ai loro successori civili, soffermandosi in particolare:

  1. Sui fenomeni di politicizzazione del corpo ufficiali una volta avvenuto il golpe; in particolare sulla pressione esercitata da gruppi di potere civili o lobbies [8] durante e a seguito del colpo di stato e sul problema delle relazioni fra civili e militari in questo contesto [9].
  2. Sulle modalità con cui il regime militare consolida il proprio potere servendosi o eliminando le istituzioni preesistenti [10]; sulla successiva gestione della transizione istituzionale dai regimi agli ordinamenti democratici.
  3. Sugli effetti, a lungo e a breve termine, del controllo politico dei militari, sia in termini di modifica della struttura istituzionale dello Stato, sia per ciò che riguarda gli aspetti legislativi.

.


NOTE


[1] PASQUINO, Gianfranco, Introduzione, in NORDLINGER, Eric A., I nuovi pretoriani, Milano, ETAS, 1978 [ed. originale, Soldiers in Politics: Military Coups and Governments, Englewood Cliffs, New Jersey: Prentice-Hall, 1976].

[2] VITALE, Luis, Interpretacion Marxista de La Historia de Chile, 3 voll., Santiago de Chile, LOM Ediciones, 2011.

[3] NEEDLER, Martin C., «Political Development and Military Intervention in Latin America» in American Political Science Review, 60, 1966, pp. 616-626; McALISTER, Lyne N., «Recent Research and Writing on the Role of the Military in Latin America», in Latin American Research Review, 2, 3/1966, pp. 5-36.

[4] HUNTINGTON, Samuel P., Political Order in Changing Societies, New Haven, Yale University Press, 1968; BIENEN, Henry (ed.), The Military and Modernization, Chicago, Aldine, 1971.

[5] JACKMAN, Robert W., «The predictability of coups d’etat: A model with African data», in The American Political Science Review, 72, 1978, 1262-1275.

[6] JOHNSON, Thomas H., SLATER, Robert O., McGOWAN, Pat, «Explaining African military coups d’etat, 1960-1982», in The American Political Science Review, 78, 1984, pp. 622-640.

[7] JOHNSON, John J., The Role of the Military in Underdeveloped Countries, Princeton, Princeton University Press, 1962.

[8] NORDLINGER, Eric A., Soldiers in politics. Military coups and governments, cit.; HYMAN, Elizabeth H., «Soldiers in Politics: New Insights on Latin American Armed Forces», in Political Science Quarterly, 87, 1972, pp. 401-418.

[9] HUNTINGTON, Samuel P., The Soldier and the State. The Theory and Politics of Civil-Military Relations, Cambridge, The Belknap Press of Harvard University, 1957.

[10] STEPAN, Alfred, Rethinking military politics. Brazil and the Southern Cone, Princeton, Princeton University Press, 1988.

.

Inviare un articolo

Gli autori posso inviarci i loro articoli in italiano, inglese, francese, portoghese (gli articoli in portoghese verranno tradotti in italiano dalla redazione) o spagnolo. Gli articoli dovranno essere compresi fra 30.000 e 40.000 battute, spazi, note e bibliografie inclusi, rispettando le norme redazionali e le istruzioni specificate qui: http://www.studistorici.com/proposte-di-contributi/ e dovranno essere inviati al seguente indirizzo e-mail: Scrivi una mail redazione.diacronie[at]hotmail.it.

Informateci della vostra intenzione di partecipare con un contributo, prendendo contatto con la redazione e inviando un abstract di 1000 caratteri entro il 31 maggio 2015: comunicheremo l’eventuale accettazione della proposta entro il 15 giugno 2015. La data di consegna degli articoli è fissata per il 15 settembre 2015; il numero uscirà nel mese di dicembre 2015.

Scrivi un commento