Nota introduttiva n. 22 – giugno 2015
a cura della Redazione di Diacronie
Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, N. 22, 2|2015
I saggi presentati nel numero 22 di Diacronie sono legati da una comune volontà di indagine dei meccanismi attraverso cui si costruiscono rappresentazioni, relazioni e interazioni diplomatiche e intercomunitarie.
La prima sezione del miscellaneo è dedicata alle rappresentazioni. Nel primo articolo, tradotto da Stavros Kouroufexis, Antonis Liakos prende in esame l’allegoria presente sulla Carta di Rigas: la molteplicità di significati nascosti nelle figure di Ercole e delle Amazzoni si rivela uno straordinario strumento di analisi per comprendere la storia politica e sociale dell’area europea e ottomana nel tardo XVIII secolo.
I contributi della seconda sezione si soffermano sulla diplomazia e sulle relazioni internazionali. Il saggio di Giuseppe Motta ricostruisce la migrazione delle comunità ebraiche dell’Europa orientale verso l’Australia: lo fa prendendo in esame i documenti archivistici che ci restituiscono un quadro delle politiche migratorie nei confronti delle minoranze ebraiche.
Quali furono i rapporti tra l’Italia fascista e la Turchia kemalista? Questo è l’interrogativo posto da Nicola degli Esposti nella sua analisi di due realtà, per alcuni aspetti simili ma dalle differenze molteplici, che rivestirono una parte preponderante negli sviluppi della regione mediterranea nei primi anni del XX secolo.
Durante la Seconda guerra mondiale – come è dimostrato dalle operazioni dell’MI6 inglese e dell’OSS americano – un ruolo bellico decisivo fu svolto dallo spionaggio. Queste organizzazioni, tuttavia, non furono i soli attori in gioco: meno nota ma altrettanto stimolante, infatti, è la vicenda presa in analisi da Antonio César Moreno Cantano, il quale descrive le operazioni di spionaggio e propaganda dei diplomatici e delle “spie” spagnole nella Turchia degli anni Quaranta.
Vi è poi il contributo di Sara del Hoyo Maza, la quale propone un’interessante riflessione sulla ricostruzione dell’apparato industriale spagnolo durante il franchismo, sviluppatosi – nel caso della SNIACE di Torrelavega in Cantabria – grazie alla partecipazione di capitali stranieri, perlopiù dell’Italia fascista, che indicano come i due paesi continuarono a mantenere una fruttuosa collaborazione anche nel corso degli anni del dopoguerra spagnolo.
La terza sezione del numero è dedicata ad una serie di contributi incentrati sui processi di costruzione e definizione della comunità. Andrea Corda esamina le edizioni locali di quattro quotidiani nazionali («l’Unità», «Il Popolo», «Il Giornale d’Italia» e «Il Tempo») dedicate alla Sardegna con l’intento di comprendere le ragioni che spinsero i gruppi editoriali a realizzare queste pagine entrando in diretta concorrenza con le testate regionali. Enrico Bullian propone un articolo che è l’ideale continuazione dell’analisi – avviata in un articolo precedente, pubblicato nel numero 20 di Diacronie – dell’evoluzione della cooperazione di consumo nel monfalconese: vengono qui presi in esame in modo particolare gli anni Ottanta e Novanta.
Il saggio di Luca Benvenga intende tracciare un quadro generale della “questione giovanile” in Italia dagli anni Cinquanta agli anni Settanta del Novecento, adottando un approccio comparativo con altri paesi europei. L’autore mette in luce le relazioni tra i nuovi modelli di aggregazione giovanile – nell’ambito della middle class come in quello delle classi lavoratrici – e la disgregazione dei valori tradizionali nel contesto dei grandi cambiamenti economico-sociali verificatisi nei tre decenni (i “trenta gloriosi”) dello sviluppo post-bellico.
Lorenzo Di Stefano rivolge l’attenzione alla sindacalizzazione dei minatori italiani in Belgio durante il periodo compreso tra la ratifica del protocollo bilaterale del 1946 tra Roma e Bruxelles che dà via all’emigrazione di massa e la tragedia di Marcinelle di dieci anni dopo. Facendo riferimento ad un’ampia messe di fonti archivistiche, Di Stefano analizza le difficoltà incontrate nella penetrazione tra i lavoratori italiani delle due principali sigle sindacali belghe, la socialista FGTB e la CSC d’ispirazione cattolica, dovute sia alle condizioni specifiche dei minatori italiani, sia alla struttura stessa delle centrali sindacali e, più in generale, al clima di guerra fredda.
Anche l’articolo di Francesca Sanna affronta il tema della storia dell’industria mineraria, questa volta dal punto di vista del suo impatto sul territorio e sulla popolazione sarda tra il XIX e il XX secolo. In particolare, l’autrice si concentra sulla regione del Sulcis-Iglesiente, accompagnando il racconto con un itinerario fotografico composto da fotografie storiche e da immagini contemporanee. Si mostrano in questo modo le tracce dell’attività mineraria sull’economia e sulla società della regione.
In un’ultima sezione, che si pone come obiettivo quello di proporre una riflessione sulla storiografia, Patrizia Fazzi ripercorre la metodologia storica e la Weltanschauung di Jerzy Topolski.
Nella sezione Panoramiche, Diacronie ripropone – in una versione scaricabile – lo spazio dedicato alle pubblicazioni estere: l’intento è quello di offrire al lettore uno sguardo sui libri di storia e scienze umane editi nell’anno scorso in altri paesi. Questo progetto è stato realizzato grazie alla cooperazione e all’indispensabile contributo dei collaboratori della rivista, a cui va il nostro più sentito ringraziamento.
Chiude il numero il consueto spazio dedicato alle recensioni.
Buona lettura,
La Redazione di Diacronie
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Redazione di Diacronie, «Nota introduttiva n. 22 – giugno 2015», Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, N. 22, 2|2015
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