Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia
L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia nato da un’iniziativa comune promossa dall’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI) e dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI), intende valorizzare il complesso dei materiali (documentari, iconografici, audiovisivi) riguardanti gli episodi di violenza contro i civili commessi dall’esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti in Italia tra il 1943 e il 1945. La banca dati e le raccolte pubblicate, frutto del lavoro di indagine di più di 90 ricercatori, comprende informazioni, materiali, e risorse inerenti le stragi e le uccisioni singole di civili e partigiani uccisi al di fuori dello scontro armato, commesse da reparti tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana in Italia dopo l’8 settembre 1943, provenienti soprattutto dalla banca dati degli episodi di violenza sui civili compiuti durante l’occupazione tedesca in Italia, elaborata sulla base delle relazioni dell’Archivio storico dei carabinieri di Roma; dal Registro generale delle denunce per crimini di guerra raccolte a partire dal 1945 presso la Procura Generale Militare di Roma, e le sentenze e i fascicoli dei procedimenti giudiziari dibattuti presso i Tribunali militari dal 1994 ad oggi. I dati così raccolti su base cronologica e geografica dell’insieme dei dati censiti consentono una consultazione che permette di porre in correlazione le modalità delle azioni, le tempistiche, gli autori e i luoghi degli episodi di violenza. Il risultato finale è un portale in grado di orientare il lettore specialista e non nella scoperta degli oltre 5000 episodi riportati, per ognuno dei quali è stata ricostruita la dinamica degli eventi, il contesto territoriale e nelle diverse fasi di guerra, l’identità delle vittime e degli esecutori, permettendo così di ricostruire «l’intreccio fra le violenze perpetrate contro la popolazione inerme e gli obiettivi che l’esercito tedesco si poneva nei diversi tempi e spazi della guerra in Italia».
L’uscita dell’Atlante sulle stragi nazifasciste in Italia è un lavoro di grande valore storico che permette di conoscere le stragi avvenute in Italia durante il 2° conflitto per mano nazifascista.La presenza però nell’Atlante di un capitolo destinato ai casi dubbi ed incerti rappresenta a mio giudizio un “compromesso” politico che era meglio ,evitare. Mi riferisco all’eccidio del Duomo di San Miniato del 22 luglio 1944 oramai assodato e convalidato dalla più scrupoloso storiografia e da provvedimenti giudiziari. Uno dei dei storici che hanno lavorato all’atlante è Carlo Gentile che in merito a quell’eccidio si è espresso in questi termini:” Recenti ricerche condotte negli archivi americani dimostrano in maniera convincente e sicuramente definitiva che a causare la morte delle 56 persone nel Duomo furono proiettili delle artiglierie alleate tirati sulle postazioni della Wehrmacht di San Miniato e non viceversa, né ordigni esplosivi appositamente deposti dai soldati tedeschi all’interno del tempio allo scopo di provocare una strage tra civili” ( pag.114 Eccidio del Duomo di San Miniato-La memoria e la ricerca storica ed. Comune di San Miniato; inchiesta 2004). Ebbene di fronte a questa certezza che significato ha postare nell’Atlante San Miniato come un caso ancora irrisolto? Questo lo fa Pezzino membro della Commissione dei dieci con una scheda che a suffragio della sua tesi di strage nazista a mezzo ordigno a tempo porta delle banalità e ovvietà che depongono tutte alla scarsa sua onestà intellettuale e molto alla sua militanza politica che ha sempre e continua a farlo di attribuire l’eccidio alla perfidia tedesca. Basta pensare che a sostegno della sua tesi, il Prof. universitario di storia all’Università di Pisa Pezzino affida tutto al fatto che i tedeschi chiusero la porta del duomo e uscrirono, poco dopo avvenne lo scoppio. Ebbene le porte del duomo si chiudono SOLO dall’interno con grossi chiavacci ( come del resto avviene in tutte le chiese) per cui se fosse successo quello che Pezzino afferma, anche i tedeschi sarebbero stati dentro la chiesa al momento dello scoppio. Pulire l’Atlante dalla scheda di Pezzino farebbe ancor più crescere in stima il lavoro deigli studiosi. Ho detto prima che quella inclusione di San Miniato nella sezione eccidi incerti è un compromesso politico e qui lo riaffermo: lo spessore culturale di Carlo Gentile non è stato sufficiente ad imporsi all’arroganza politica dei militanti comunisti e derivati.