ISSN: 2038-0925

Parole in storia: ULTRAS

di Jacopo BASSI

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Il termine «ultra» nasce come abbreviazione del termine composto «ultra-révolutionnarie», che stava a indicare i sostenitori più ferventi della causa rivoluzionaria francese. La parola venne coniata dai moderati per descrivere Robespierre e i suoi sodali; in un discorso davanti alla convenzione Gouly così ne condannava il comportamento

La représentation nationale étoit tellement avilie qu’il n’étoit plus permis à un de ses membres d’avoir même l’aire de parler autrement que ces ultrarévolutionnaires fortement soutenus par le comité de salut public; à plus fort raison de parler un autre langage et de pratiquer d’autres maximes, à moins de vouloir se faire se faire arrêter et périr sur l’échafaud, comme conspirateur, sans utilité pour ses commettants [1].

La connotazione di estremista – oltranzista, per l’appunto – sarebbe stata rievocata di lì a pochi anni, per designare una fazione politicamente opposta. La fazione degli Ultras, per lungo tempo detentrice della maggioranza dei seggi durante la fase di restaurazione monarchica, sosteneva la necessità di ridurre ogni limitazione al governo del re: in questo caso l’«ultras» sta a indicare l’essere «ultra-royaliste». François-René de Chateaubriand, aristocratico, ministro e importante intellettuale dell’epoca – nonché fra gli esponenti più illustri di questa corrente politica – così la descriveva:

Elle a inventé un nouveau jargon pour arriver à son but. Comme elle disait au commencement de la révolution les aristocrates, elle dit aujourd’hui les ultra-royalistes. Les journaux étrangers à sa solde, ou dans ses intérêts, écrivent tous simplement les ultra. Nous sommes donc des ultra, nous tristes héritiers de ces aristocrates dont les cendres reposent à Picpus et au cimetière de la Madeline. Par le moyen de la police, la faction domine les papiers publics, et se moque en sureté de ceux à qui la défense n’est pas permise. La grande phrase reçue, c’est qu’il ne faut pas être plus royaliste que le roi. Cette phrase n’est pas du moment; elle fut inventée sous Louis XVI: elle enchaina les mains des fidèles, pour ne laisser de libre que le bras du bourreau [2].

Dunque la necessità di essere più realisti del re derivava dalla situazione e, conseguentemente, ne giustificava l’oltranzismo. Nel Novecento il termine conosce una nuova coloritura politica, questa volta in associazione con il termine “nazionalismo”: è così la volta degli «ultra-nazionalisti», in grado di prendersi la scena, in Francia – dove negli anni Cinquanta e Sessanta il termine passò a designare i membri dell’OAS (Organisation Armée Secrète), contrari all’indipendenza dell’Algeria – come altrove. A riunire esperienze politiche così diverse è l’estremismo, in una posizione che oltrepassa determinati schemi o posizioni, ritenute un riferimento.

È proprio a partire da questa caratteristica che si connotano gli ultras, o ultrà, con le distinzioni che si vedranno: la rivendicazione di un estremismo che è visto come una qualità positiva, dimostrazione di attaccamento ad un’identità, a una storia, ai colori, alla maglia. Come è stato sintetizzato dal sociologo Nicolas Hourcade:

Comme le qualificatif qu’ils revendiquent l’indique, les ultras cherchent à pousser le supporterisme à l’extrême: c’est-à-dire à mettre la meilleure ambiance possible, à suivre leur club lors de tous les matchs, à domicile comme à l’extérieur, à se comporter en fanatiques, à être l’élite des supporters. Ils sont également extrémistes dans leur conception du football: rejetant la morale du fair-play, ils le perçoivent comme un combat entre deux camps. Ils n’hésitent donc pas à insulter les adversaires et les arbitres pour favoriser leur équipe. Et ils sont prêts à en découdre physiquement avec les supporters adverses si l’«honneur» de leur club ou de leur groupe leur paraît en jeu: néanmoins, contrairement aux hooligans, ils ne recherchent pas la violence à tout prix [3].

Il tifoso estremista, fanatico, si distingue dunque dal tifoso “normale”: ne rappresenterebbe l’élites, il depositario dei valori e dell’identità stessa della squadra. È inoltre necessario sottolineare come si progressivamente sviluppata una differenziazione fra le modalità operative – di essere ultras o ultrà – frutto della storia delle tifoserie nei diversi paesi. In Italia, ad esempio, i gruppi ultrà iniziano a formarsi fra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, giungendo all’apice negli anni Ottanta. Questa distanza, non è totalmente riassumibile nella dicotomia organizzazione/spontaneismo, ma vede in essa un’importante punto di divergenza:

Il dibattito è quanto mai aperto a proposito di questo interrogativo. La risposta più gettonata e che si può adottare come attendibile però è questa: in questa scelta di termini si differenziano i due modi di fare il tifo, quello inglese (al quale si ricollega “ultras”), fatto non di organizzazione, non di mentalità, non di coordinamento ma di spontanea aggregazione negli stadi, e la cultura invece europea (o latina, per cui anche italiana), secondo cui vige un sistema organizzativo propriamente strutturato (quindi “ultrà”): coreografie, fanzine, lancia cori, bilanci e programmazione trasferte, un vero e proprio movimento organizzato, il cosiddetto tifo organizzato.
Così l’ultrà è colui che sventola la sciarpa in una sciarpata coreografica, l’ultras è invece colui che spontaneamente fa partire un coro insieme ad altri individui, l’ultrà è colui che si occupa di stendardi e di coreografie, l’ultras invece si colloca nel proprio settore cantando a squarcia gola e limitandosi ad appendere qualche bandierina alla transenna ritmando battimani imponenti. In parole povere: fateci caso quando arriveranno squadre inglesi a San Siro, non vedrete nessuno striscione come in Italia, nessuno stendardo, ma solo una massa enorme di gente e appese in transenna una unita all’altra semplici bandierine inglesi, bandierine a scacchi con i colori della squadra, bandierine con colori di un paese che richiamano i colori della squadra [4].

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NOTE


[1] GOULY, Benoît, B. Gouly, représentant du peuple, aux membres de la convention nationale, Paris, Imprimerie de Galletti, 1795, p. 9. 

[2] DE CHATEUBRIAND, François-Réne, De la monarchie selon la charte, Paris, Imprimerie de le normant, 1816, p. 94. 

[3] HOURCADE, Nicolas, «Les groupes de supporters ultras», in Agora débats/jeunesses: Sports et identités, 37, 2004, pp. 32-42, p. 33. 

[4] «STORIA ULTRAS O ULTRÀ. Che cosa sono gli ultrà? Chi sono gli ultrà?», in ULTRASINSIDE,
URL: < https://www.ultrasinside.it/pagina-1006/Ultras-o-Ultra-.aspx > [consultato il 6 agosto 2019]. 

Bibliografia essenziale

Bibliografia

  • Archives Parlamentaires, t. 80, Du 24 novembre au 5 décembre 1793, Séance du dimanche 1er décembre 1793, Paris, Dupont, 1868, p. 454, URL: < https://frda.stanford.edu/fr/catalog/dx068ky1531_00_0460 >.
  • BALESTRI, Carlo, VIGANÒ, Gabriele, «Gli ultrà: origini, storia e sviluppi recenti di un mondo ribelle», in Quaderni di Sociologia, 34, 2004, URL: < http://journals.openedition.org/qds/1135 >.
  • BEAU DE LOMÉNIE, Emmanuel, La carrière politique de Chateaubriand de 1814 à 1830, Paris, Plon, 1929.
  • COLIN, Armand, «Études sur la terreur: les citra et les ultra», in Annales historiques de la Révolution française, III, 18, 6/1926, pp. 513-535.
  • DE CHATEUBRIAND, François-Réne, De la monarchie selon la charte, Paris, Imprimerie de le normant, 1816.
  • GOULY, Benoît, B. Gouly, représentant du peuple, aux membres de la convention nationale, Paris, Imprimerie de Galletti, 1795.
  • HOURCADE, Nicolas, «Les groupes de supporters ultras», in Agora débats/jeunesses: Sports et identités, 37, 2004, pp. 32-42.
  • MIGNON, Patrick, «Supporters ultras et hooligans dans les stades de football», in Communications: Le spectacle du sport, 67, 1998, pp. 45-58.
  • SPAGNOLO, Pierluigi, I ribelli degli stadi. Una storia del movimento ultras italiano, Bologna, Odoya, 2017, p. 35.

Sitografia

Video

Video

OAS, la haine et le sang

Documentario realizzato da Ramdane Iftini e Sami Allam con il sostegno e il patrocinio del governo algerino.

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L’OAS raconte l’OAS

Film-documentario realizzato da Nicolas Cotto che raccoglie le testimonianze dei principali responsabili dell’organizzazione.

Galleria di immagini

Galleria di immagini

"Portrait de Jacques Nicolas Billaud-Varenne" by Jean-Baptiste Greuze on Wikimedia Commons (Public Domain).

1. Jacques Billaud-Varenne ritratto da Jean-Baptiste Greuze nei primi anni Novanta del Settecento. Ultrarévolutionnaire, Billaud-Varenne partecipò al Comitato di salute pubblica, presiedendolo anche per un breve periodo; contribuì alla condanna a morte di Danton e Robespierre.

"Portrait de François-René de Chateaubriand" by Paulin Guérin on Wikimedia Commons (Public Domain)

2. Un ritratto di François-René de Chateaubriand realizzato da Paulin Guérin. Chateaubriand fu tra i principali della corrente ultrarealista.

"Ultras" by underthemoonjp on Flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

3. Il gruppo ultras dei BuKaneros, tifosi del Rayo Vallecano. Fondato nel 1992 con il nome di Brigada Franjrojas, dall’anno successivo assume l’attuale denominazione e fa dei valori dell’antifascisimo e dell’antirazzismo la propria bandiera..

"Imagen 102" by Adrián S. on Flickr (CC BY-NC-ND 2.0)

4. La curva nord del Mizuho Stadium, casa dei Nagoya Grampus Eight, che può contare su una delle tifoserie più “calde” del campionato di calcio nipponico. Nella foto si distingue lo striscione degli Ultras Nagoya.

Credits

  • Immagine 1: portrait de Jacques Nicolas Billaud-Varenne by Jean-Baptiste Greuze on Wikimedia Commons (Public Domain).
  • Immagine 2: Portrait de François-René de Chateaubriand by Paulin Guérin on Wikimedia Commons (Public Domain).
  • Immagine 3: Ultras by underthemoonjp on Flickr (CC BY-NC-ND 2.0).
  • Immagine 4: Imagen 102 by Adrián S. on Flickr (CC BY-NC-ND 2.0).

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