Devenir historien-ne: post #31
Prosegue la partnership avviata con Devenir historien-ne, il blog di informazione storica di Émilien Ruiz, Assistant Professor in Digital History presso il Dipartimento di Storia di Sciences Po a Parigi. Questo mese proponiamo la traduzione del post «Initier à l’historiographie avec Wikipedia (et vice versa) : retour sur une expérience pédagogique».
La traduzione e l’adattamento dal francese sono stati curati da Ludovica Lelli, curatrice della versione italiana della rubrica.
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di Thibault Le Hégarat
Il 22 marzo 2019 ho concluso la mia vita da studente, trascorsa tra Francia e Germania, sostenendo una tesi sulla storia degli studenti francesi e tedeschi intitolata « Organizzare gli studenti. Mobilitazioni collettive e formazione di un gruppo sociale (Germania e Francia 1880-1914)».
Avendo spesso la tendenza a dilungarmi troppo avevo ridotto il testo il più possibile, soprattutto nelle sue conclusioni. Riguardo ad un argomento del genere, infatti, mi sembrava più interessante soffermarmi sulla modalità con cui avevo scelto e costruito l’oggetto di studio, sulla scissione che era venuta a crearsi tra la tematica che avevo proposto e la problematica che era stata effettivamente trattata e sull’apertura europea che le mie ricerche avrebbero permesso – cosa che mi stava particolarmente a cuore e che avrebbe potuto consentire di avviare la discussione con la commissione.
Discussione della tesi di laurea del 22 marzo 2019
Professoressa presidente della commissione e professori e professoresse della commissione tutta,
Vi ringrazio di voler discutere il mio lavoro sulle organizzazioni studentesche in Francia e in Germania.
Esattamente 51 anni fa, gli studenti e le studentesse dell’università di Nanterre protestarono contro l’arresto di alcuni colleghi che avevano precedentemente manifestato contro la guerra in Vietnam. Redassero un manifesto in cui i 142 studenti firmatari insistevano sull’importanza che aveva per loro poter discutere di questi problemi all’università e sviluppare una propria linea d’azione[↩].
Più recentemente, il mese scorso gli studenti e le studentesse della Goethe Universität di Francoforte sul Meno hanno eletto i loro rappresentanti al parlamento studentesco. In un opuscolo distribuito nelle settimane precedenti, gli studenti socialdemocratici definiscono l’insieme di misure riguardanti le condizioni di studio e di vita di studenti e studentesse per difendere le quali si sarebbero battuti. Concludono questa lista così: «Vogliamo raggiungere questi ed altri obiettivi con e per voi»[↩].
Come 50 anni fa, in Germania e in Francia oggi chi studia all’università può essere rappresentato/a da organizzazioni stabili o nate nelle singole circostanze che hanno l’obiettivo di dare voce agli studenti e alle studentesse all’interno dell’università e della società. Nella mia tesi dimostro che non è stato sempre così: parlare a loro nome è possibile solo da poco più di un secolo, come conseguenza di un processo che ho provato a chiarire.
Inizialmente affronterò la nascita della questione, poi presenterò alcuni dei risultati a cui sono giunto. Finirò col proporre una nuova prospettiva di ricerca, quella della comparazione con l’ambito europeo.
La lenta formulazione dell’approccio e della questione
Ho rintracciato la lenta e complessa nascita delle organizzazioni studentesche francesi e tedesche verso l’inizio del XIX secolo; le loro modalità di reclutamento e funzionamento; le forme di impegno, socializzazione, socialità e politicizzazione al loro interno; i loro principali ambiti di attivismo. A tal fine ho imbastito un confronto tra Francia e Germania incentrato su diverse città universitarie – principalmente Parigi, Lille e Montpellier in Francia, Berlino, Bonn, Friburgo in Brisgovia e Heidelberg in Germania. Le mie ricerche sono state condotte principalmente negli archivi di queste città. Spiegare per quale ragione io abbia scelto proprio queste città ed approfondire nel dettaglio i numerosi fondi archivistici che ho dovuto spulciare è una questione troppo lunga per essere trattata in questa sede, può darsi che ci ritorneremo durante la discussione. In ognuna di queste città ho analizzato diverse forme di organizzazioni studentesche. Più precisamente, ho mostrato che durante i tre decenni che hanno preceduto la Prima guerra mondiale le competizioni tra queste diverse organizzazioni sono state alla base del funzionamento della vita studentesca.
Questa analisi delle organizzazioni studentesche mi ha permesso di dimostrare l’ipotesi centrale alla base della mia ricerca, ovvero che a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento in Francia e in Germania si siano sviluppato tre processi strettamente collegati tra loro: 1) una migliore integrazione degli studenti nello Stato-nazione; 2) l’emergere e la stabilizzazione delle forme di mobilitazione di quello che viene definito dal «’68» «il movimento studentesco»; 3) l’identificazione degli studenti come gruppo sociale. La mia ipotesi è che alla base di questi tre processi ci fossero le organizzazioni studentesche.
Considerando l’intera storia sociale degli studenti la mia tesi non ne è che una piccola parte. L’analisi del loro reclutamento sociale, del loro rapporto con gli studi o di certi aspetti delle loro condizioni di vita è stata messa al servizio di una storia sociale della loro formazione come gruppo sociale seguendo l’esempio di quelle che Luc Boltanski e Jürgen Kocka hanno condotto sui quadri o gli impiegati delle aziende. Rispetto a questi pionieristici lavori, però, il caso degli studenti differisce per un elemento fondamentale: essi sono definiti tali burocraticamente, grazie ad un’effettiva iscrizione all’università. Bisogna quindi riflettere sul passaggio che avviene dall’essere definiti studenti per statuto alla creazione di un vero e proprio gruppo sociale. Mi piacerebbe poter ritornare sull’origine di questa problematica.
Il mio primo incontro con la storia degli studenti è avvenuto durante il mio secondo anno di università a Bamberg. Durante un seminario sulla storia del XIX secolo ho dovuto redigere la recensione di un discorso di Heinrich Arminius Riemann alla Wartburgfest del 1817. In questo discorso – ricordato brevemente nel primo capitolo della mia tesi – Riemann invitava i suoi compagni ad organizzarsi tra loro per lottare in favore della fondazione di uno Stato tedesco unificato. Molte delle sfide che si sarebbero aperte alla fine del secolo erano quindi già germogliate: gli studenti dovevano impegnarsi insieme per una causa proprio in quanto studenti, chiamati ad essere l’élite del futuro.
Nella mia tesi di laurea magistrale mi sono concentrato sulle organizzazioni studentesche di fine secolo, sull’esempio dell’Association Générale des Étudiants de Paris e della Burschenschaft Allemannia di Heidelberg. Questa prima ricerca mi ha permesso di confrontarmi con la storiografia e di rendermi rapidamente conto dell’immenso divario che c’è, riguardo ad università e studenti, tra la realtà francese e quella tedesca. Allo stesso modo ho avuto un assaggio della grande varietà di fonti che sarebbe stato possibile mobilitare per scrivere una storia degli studenti e, anche in questo caso, delle differenze che esistono tra i due paesi, sia per quanto riguarda la forma documentale che le sue modalità di conservazione. In questa tesi mi sono concentrato sulle forme di socialità e socializzazione. Questo è l’aspetto essenziale della storia degli studenti che permea il mio lavoro in ogni suo capitolo.
Tuttavia, c’è un altro tema su cui avevo intenzione di concentrarmi mentre stavo scrivendo il mio progetto di tesi e intraprendevo le mie nuove ricerche d’archivio: l’incontro tra organizzazioni studentesche e proletariato intellettuale. Durante le ricerche per la mia tesi di laurea ho scoperto quanto questo tema fosse onnipresente in qualsiasi dibattito pubblico e universitario della fine del XIX secolo, tanto in Francia quanto in Germania. Concentrarmi sul proletariato intellettuale, però, mi avrebbe portato a scrivere una tesi diversa, più incentrata sul mercato del lavoro intellettuale che sugli studenti e le loro organizzazioni. Comunque, approfondire questa questione mi ha permesso di comprendere l’importanza che le élite di fine secolo attribuivano all’assicurarsi che i giovani che frequentavano o avevano frequentato l’università non si rivoltassero contro l’ordine in vigore. Per i sostenitori dell’ordine sociale e politico, integrare questi futuri membri delle élite nello Stato nazionale era una problematica essenziale.
La tappa più importante nell’articolazione di tali questioni è stata la formulazione di un’analisi in termini di spazio sociale concorrenziale, che ho definito «spazio delle organizzazioni studentesche». Questo stadio è stato essenziale per tre ragioni. Innanzitutto, mi ha permesso di reindirizzare l’attenzione del mio lavoro sulle organizzazioni studentesche. In secondo luogo, ha rinforzato l’aspetto comparativo del mio progetto: nonostante l’analisi delle fonti francesi e tedesche che stavo raccogliendo mi spingesse a distinguere in misura crescente tra le organizzazioni dei due paesi, ormai avevo individuato un modello interpretativo comune su cui basare la mia dimostrazione. Terza ragione, è l’analisi di queste concorrenze all’interno di uno spazio studentesco specifico e in via di autonomizzazione ad aver fatto emergere la questione della formazione di un gruppo sociale.
Le organizzazioni studentesche e la formazione del gruppo sociale degli studenti: qualche risultato
La questione del gruppo sociale mi ha portato a parlare di problematiche e temi molto diversi. Presenterò adesso qualcuno dei miei risultati.
Esclusi, repressi, sorvegliati dall’inizio del XIX secolo, le velleità di organizzazione collettiva degli studenti tedeschi e francesi possono realmente affermarsi solo a partire dagli anni Settanta-Ottanta dell’Ottocento. Questo importante cambiamento nella vita universitaria è dovuto al massiccio coinvolgimento degli studenti nei nuovi regimi nati dalla guerra franco-prussiana e all’autorizzazione, se non al sostegno, concesso alle organizzazioni studentesche dalle autorità pubbliche.
In trent’anni, l’associazionismo studentesco conosce, nei due paesi, un’espansione e una diversificazione folgorante, sia all’interno delle università che a livello nazionale, attraverso la creazione di federazioni ed unioni. Comunque, il numero di organizzazioni in Germania e la loro diversità – dalla Verbindungen alla Freistudentenschaft passando per le Vereine Deutscher Studenten o le corporazioni cattoliche – si mantiene per tutto il periodo maggiore che in Francia, dove invece esistono principalmente ampie Associations générales e Associations corporatives. Tra le diverse forme di reclutamento che si possono individuare all’interno delle organizzazioni si distingue un polo élitista, le Verbindungen, e un polo liberale, le Associations générales. Queste forme di reclutamento determinano rispettive particolari tipologie di impegno: omogeneo nelle Verbindungen ed eterogeneo nelle Associations générales, nelle Associations corporatives e nelle Freistudentenschaften. Da ciò derivano, poi, forme molto diverse di delega del potere: in una corporazione nominare un Senior ogni semestre non costituisce una sfida particolare, mentre la delegazione mandataria nelle associazioni francesi è essenziale, tanto da portare a vere e proprie campagne elettorali.
Dalla rappresentazione degli studenti all’ottenimento di vantaggi materiali ed intellettuali, passando per le diverse forme di sociabilità, in questo periodo le questioni centrali per la competizione tra queste organizzazioni si rafforzano e si moltiplicano.
Vorrei adesso fermarmi un momento sulla questione della politicizzazione, un elemento fondamentale della mia dimostrazione. L’emergere dello spazio delle organizzazioni studentesche rientra nel processo di democratizzazione della vita pubblica, chiarissimo nella Terza Repubblica, lungamente sottovalutato nel caso del Kaiserreich, nonostante sia stato effettivamente più limitato che in Francia.
Durante i decenni precedenti gli anni Ottanta dell’Ottocento gli studenti avevano diritto di parola pubblica solo attraverso giornali pubblicati saltuariamente, opuscoli o in momenti di mobilitazione eccezionale come in occasione della rivoluzione del 1848. Con lo sviluppo di organizzazioni specificatamente studentesche e la loro autorizzazione, come gruppo sempre più definito – grazie a regolamenti, leggi e statistiche più precise – gli studenti potevano designare portavoce che fossero riconosciuti sia dall’università che dallo Stato.
I membri delle principali organizzazioni promuovono un rapporto con la politica basato sul rifiuto dell’impegno di parte tradotto in questo modo: la politicizzazione degli studenti deve venire compresa nell’ordine sociale dominante. Questo fenomeno è particolarmente visibile nelle mobilitazioni collettive rispetto al servizio militare, ovvero quelle che riguardano direttamente i doveri dei cittadini e degli studenti.
Questa integrazione all’ordine stabilito passa anche attraverso reti di anziani o di membri onorari. È grazie a queste reti infatti che, soprattutto in Germania, i membri delle organizzazioni studentesche cercano di inserirsi all’interno di quella che Norbert Elias chiama «la civiltà delle buone maniere»[↩], sia a livello locale che nazionale.
Nel corso del tempo, tuttavia, le forme di politicizzazione degli studenti si diversificano molto, soprattutto dopo il 1900. Molti contemporanei constatano che nei due paesi questa politicizzazione si rafforza dall’inizio del XX secolo. Viene resa evidente dalla creazione di organizzazioni che, in Francia, si collegano apertamente ad una corrente politica (diverse tendenze repubblicane, monarchismo, socialismo) mentre in Germania solitamente ad una corrente ideologica (liberalismo, anti-ultramontanismo, nazionalismo radicale völkisch). Più in generale, questa diversificazione delle forme di politicizzazione fa della politica un vero e proprio nuovo terreno di concorrenza tra le organizzazioni, anche quelle che non si dichiarano partitiche.
Conducendo una lotta competitiva per rappresentare gli studenti e sviluppando forme di socializzazione e politicizzazione, i membri delle organizzazioni studentesche contribuiscono a fare degli studenti un gruppo sociale a pieno titolo. Non vengono più considerati individui collegati tra loro esclusivamente dalla burocratica iscrizione all’università, ma costituiscono un gruppo i cui membri sono legati da interessi, bisogni e modi di essere comuni. Gli studenti vengono riconosciuti come gruppo che si afferma come tale sia all’interno dell’università che nella società in generale.
Nonostante la fragilità intrinseca di ogni organizzazione, nonostante le differenze che l’indirizzo di studio determina nella vita di ogni studente, nonostante la resistenza di una parte importante di studenti a far parte di un’organizzazione, coloro che invece vi si impegnano riescono a dare al gruppo degli studenti una vera consistenza sociale.
La forza di questo gruppo, come di tanti altri – dal punto di vista di coloro che lo promuovono – poggia, in primo luogo, sulla possibilità che solo una minoranza si impegni realmente a parlare a suo nome. Inoltre, si basa sul riconoscimento ufficiale di questo gruppo e dei suoi rappresentati da parte di accademici, politici e altre personalità statali.
Dal confronto franco-tedesco al confronto europeo
Dei possibili ampliamenti della mia tesi si potrebbe sicuramente discutere, ma qui io vorrei trattare della sua estensione ad una dimensione europea.
Affrontare la formazione del gruppo sociale studentesco mi ha permesso di proporre una storia dello Stato nazionale attraverso uno sguardo sulle sue élite in divenire. A questo punto, però, si pone la questione dello studio dei fenomeni analizzati per Francia e Germania considerati su scala europea. L’Inghilterra e il suo sistema di colleges, la Svizzera e la sua fitta rete di università e il Belgio in cui, in un mondo accademico dominato dai francofoni, le divisioni tra Valloni e Fiamminghi sono forti, potrebbero tutti essere validi percorsi di approfondimento.
A mio avviso, ad un ampliamento del tema che ho studiato si presta molto bene anche il caso italiano. Dalla composizione di un inno studentesco in cui l’autore sogna l’Italia unificata all’indomani del 1848, fino alle manifestazioni studentesche per le terre irredente convocate quasi annualmente nei 10 anni che precedettero la Prima guerra mondiale, l’impegno politico degli studenti italiani è strettamente legato al rapporto con lo Stato nazionale. Dal punto di vista dello Stato, la politica volontaristica di unificazione dello spazio universitario attuata dal nuovo governo all’indomani della fondazione del Regno d’Italia costituisce un essenziale fattore di definizione degli studenti da parte dello Stato, ad esempio attraverso l’elaborazione di regolamenti universitari nazionali.
C’è però un dato che diverge dai casi francese e tedesco e che determina l’interesse che uno studio comparativo dell’emersione degli studenti come gruppo sociale in rapporto con lo Stato nazione potrebbe avere.
Nella mia tesi ho mostrato l’adesione massiccia degli studenti ai nuovi regimi – la Terza Repubblica e il Kaiserreich – e il successivo parziale sgretolamento di questo sostegno, almeno in Francia. Una tale adesione tra gli studenti italiani, se dopo la fondazione del Regno d’Italia sarebbe potuta esistere, è stata invece sempre più limitata e contestata. Prima con la persistenza del repubblicanismo, poi con lo sviluppo del socialismo da una parte e la comparsa di un violento nazionalismo irredentista dall’altra.
Una ricerca comparativa sugli studenti su scala europea potrebbe quindi permettere di scrivere una nuova storia sociale e politica degli Stati nazionali del XIX secolo.
Concludendo con un ritorno alla mia tesi, nel 1893, un Burschenschafter della Franconia di Heidelberg, Eduard Heyck, su un questionario riguardante la vita studentesca locale scrisse che «le descrizioni dei letterati francesi o inglesi che scelgono di visitare Heidelberg per conoscere la vita studentesca tedesca non hanno alcun valore perché, venendo viste solo cose isolate e superficiali, loro non possono averne capito assolutamente niente»[↩].
Spero di aver fatto meglio dei letterati derisi da Heyck. Confrontando differenti forme di organizzazione studentesca in diverse università tedesche e francesi e proponendo una socio-storia del rapporto tra studenti, politica e Stato nazionale, ho cercato di comprendere – e far comprendere – qualcosa del mondo studentesco pre-1914 che, pur essendo molto diverso da quello odierno, ne è stato costitutivo sotto diversi aspetti.
Vi ringrazio per la vostra attenzione e attendo con ansia le vostre domande e osservazioni.
- « Pour nous l’important est de pouvoir discuter de ces problèmes à l’université et d’y développer notre action » [↩]
- « Nous voulons atteindre ces objectifs et d’autres avec et pour vous » [↩]
- ELIAS, Norbert, La civiltà delle buone maniere, Bologna, Il Mulino, 2009. [↩]
- Traduzione a partire dal post francese di Devenir Historien-ne che in originale recita così : « n’ont aucune valeur les descriptions de littérateurs français ou anglais, qui, pour connaître la vie étudiante allemande, choisissent en règle générale de visiter Heidelberg, mais n’y ont vu que des choses isolées et superficielles et n’ont absolument rien compris correctement ». [↩]
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