ISSN: 2038-0925

L’atelier de l’historien-ne: post #43

Per la nuova rubrica L’atelier de l’historien-ne, questo mese proponiamo la traduzione del post «In vino veritas ? Un Orchésien de 19 ans, guillotiné en 1794, pour des propos royalistes tenus étant ivre», pubblicato sul blog Regards sur l’IRHis: le carnet des doctorant.e.s

La traduzione e l’adattamento dal francese sono stati curati da Ludovica Lelli, curatrice della versione italiana della rubrica.

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In vino veritas? Un cittadino di Orchies di 19 anni ghigliottinato nel 1794 per i discorsi realisti fatti da ubriaco
21 marzo 2022, aggiornato il 22 marzo 2022

di Gauthier Baert

L’alcolismo è un fattore che scatena la sincerità? Ma si possono considerare dei discorsi fatti in stato di ubriachezza come prove valide in materia di giustizia? Soprattutto in considerazione del fatto che, nel contesto rivoluzionario, le conseguenze di questa mancanza di inibizioni potevano risultare drammatiche…

Riscoperta di un evento trattato a livello di storia locale

Appassionato di storia locale e autore di testo universitario sulla città di Orchies durante la Rivoluzione francese[], quale non è stata la mia sorpresa nello scoprire all’interno di una fonte secondaria un elemento che mi era sconosciuto a dispetto dei miei dieci anni di studi sul tema! Nel Journal d’un bourgeois de Paris sous la Révolution di Célestin Guittard de Floriban, alla data di lunedì 5 maggio 1794, ho recentemente letto:

Ieri, 4 maggio, abbiamo tagliato la testa a tredici persone […] 11e – La Croix, 52 anni: nato a Nancy. Impiegato principale della Lotteria Nazionale. 12e – Durand, 24 anni. Nato a Neufchateau. Gendarme 3e divisione dell’Esercito del Nord. 13e – Santenay, 19 anni. Nato a Orchies, apprendista pasticcere a Parigi. Tutti e tre convinti di voler sciogliere l’assemblea nazionale per ristabilire la Monarchia… sono stati condannati a morte[].

Facciamo attenzione all’ultimo condannato citato…

Santenay? Saintenay? Saintenoy? Si tratta forse di August Joseph Saintenoy, il cui nome figura nella lista apposta su uno dei muri della Conciergerie con i 2780 nomi delle persone ghigliottinate a Parigi? Il più che criticabile Louis-Marie Prudhomme, qualche anno dopo, ci spiega in una delle sue opere che è stato «condannato a morte il 15 Florile anno 2 dal Tribunale rivoluzionario di Parigi come controrivoluzionario, dopo aver gridato “viva il re” all’interno della prigione delle Madelonnettes in cui era detenuto»[].

Cosa ne possiamo sapere dei documenti dell’epoca?

Del resto, anche i giornali dell’epoca ne parlano, come la «Gazette Nationale»[] o «Le Moniteur Universel della Decade 20 Fiorile anno 2 (detta alla vecchia, venerdì 9 maggio 1794). Inoltre, il suo fascicolo esiste e oggi può essere consultato tra i documenti conservati nel Parquet du Tribunal revolutionnaire[]. All’epoca, il «Bulletin du Tribunal Révolutionnaire» ne parlava in questi termini:

Suddetto giorno, 15 Florile /Affare DE LACORIX E ALTRI / […] I qui nominati, Lacroix, Durand, Saintenay, Marianne Dupressoir, donna Meuria, furono accusati di propositi controrivoluzionari, con l’obiettivo di promuovere la dissoluzione della rappresentanza nazionale e il ristabilimento della monarchia. / I testimoni prodotti dal pubblico ministero riguardo a tale questione hanno fornito la prova completa dei capi d’accusa che sono stati mossi contro gli individui sopracitati […]

Lacroix e Durand, oltre che Saintenay e donna Meuria si sono anche permessi delle offese contro la convenzione, insultando l’assemblea e accusandola di essere un gruppo di scellerati buoni solo a rovinare la Francia ed esacerbare i suoi mali invece che porvi rimedio […]. / Noi non possiamo fare a meno di un re: Egli solo riporterà l’ordine, la tranquillità e l’abbondanza che ci libererà dai nostri nemici. / Queste erano le dichiarazioni degli accusati che abbiamo cercato, seppur invano, di mitigare e di rendere tollerabili, considerando che la loro moralità preannunciava già tutto il loro odio e la loro avversione per il governo repubblicano[].

Rilettura storica: un “terrore” diffuso rispetto all’annuncio del “Grande Terrore”

Il Tribunale rivoluzionario non mostrava mai nessuna clemenza? Contrariamente a quanto si è soliti pensare, non venivano tutti condannati a morte:

Tuttavia, nei confronti di donna Meuria, è stato provato che questa accusata si è sempre mostrata favorevole alla rivoluzione e di aver vissuto dimostrandolo fino al momento in cui, ubriaca in un ufficio, si è permessa di oltraggiare la convenzione nazionale e di calunniarla.

Ne consegue, dunque, che

Marianne Dupressoir, donna Meuria, è comunque persuasa di aver detto quelle cose, ma senza cattive intenzioni e in un momento in cui non era in pieno possesso delle sue facoltà […][].

Il Tribunale, nella sala dell’Egalité, la condanna alla detenzione «fino alla pace», mentre mette a morte gli altri tre accusati confiscando «i loro beni a vantaggio della Repubblica»[]. In Mémoires des Sanson[], il boia che aziona la ghigliottina commentava: «15 fiorile […] convinti dei complotti contro la libertà e la sicurezza del popolo francese e dei propositi di dissoluzione della rappresentanza nazionale, conformemente alla sentenza del tribunale, è avvenuta l’esecuzione». Sembra che il nostro protagonista sia stato inumato nel terreno del vecchio cimitero della Madeleine, situato in rue d’Anjou, faubourg Saint-Honoré[].

Facciamo un po’ di microstoria…

Viene qui presentata una piccola inchiesta locale. Cosa potremmo sapere di questo individuo? A dire il vero, ben poche cose, perché quando gli è stata tagliata la testa era molto giovane. Le sue tracce sono state ritrovate nel registro parrocchiale d’Orchies, tra i nati nella parrocchia il 30 maggio 1774[]. Il pastore Joinville scriveva: «Il trentun maggio 1774 è stato battezzato Auguste François Joseph, nato ieri dal matrimonio legittimo di Pierre Auguste jos. Saintenoy, erede di questa città e d’Aldegonde di Roubaix. François Herbo è il padrino, Marguerite Jos, la madrina». Seguono le rispettive firme. La sua era una famiglia monarchica? Agli Archivi Nazionali, tra i fascicoli della Grande Cancelleria[], si trova la lettera di disposizione d’ufficio che nomina il padre, Pierre Auguste Joseph Saintenoy, erede d’Orchies il 18 maggio 1768[].

Quest’ultimo è conosciuto per essere un mercante di ferro, borghese di Douai, abitante di rue d’Arras, vicino alla celebre fonderia di cannoni della città. Frequenta la buona società dell’epoca, poiché il padrino di uno dei suoi figli è François Morin[], cavaliere dell’ordine reale e militare di Saint-Louis, capitano di fanteria e aiuto maggiore della città di Douai. Il nome proprio di qualcuno dei suoi figli potrebbe servirci come indicatore delle sue convinzioni politiche? Tra i numerosi fratelli e sorelle del condannato a morte si trova François Henri, nato a Douai (parrocchia di Saint-Pierre) nel 1766, Aldegonde Reine, nata a Douai nel 1767 e Louis Aimé, nato nel 1770 nella parrocchia d’Orchies… sono deboli indizi, ma che potrebbe comunque essere interessante segnalare.

Una famiglia monarchica?

D’altra parte, consultando gli Archivi del consiglio generale della Comune di Douai[], si apprende che durante la sessione del 9 ventoso anno 2 (27 febbraio 1794) è stata approvata la lista dei sospetti redatta a seguito dell’arresto del rappresentante Joseph Lebon e tra i nomi risulta anche quello di «Saintenoy, possidente, padre di emigrati, moribondo». Infatti, il padre del giovane August Joseph Saintenoy morì prima del figlio, il 23 germinale anno 2 (12 aprile 1794) a sessant’anni, secondo l’atto del registro dei decessi[] della città del giorno successivo. Può darsi che suo figlio, residente a Parigi, e che quindi apprese la notizia per posta e in ritardo, abbia cercato di annegare il suo dolore nell’alcool?

Il celebre membro dell’Istituto, Henri Wallon, in una sua opera del XIX secolo[] ci riporta qualche estratto del processo tenutosi mentre Santenoy figlio era in prigione:

D[omanda]: Se, nella prigione delle Madelonnettes, non ha detto che aveva suo padre e suo fratello emigrati: se non si è lamentato del cibo e non ha gridato “Viva il re”!R[isposta]: non crede, nel giorno in questione, di aver bevuto molto vino e due bottiglie di acquavite: che si ricorda di aver canticchiato il ritornello della canzone che dice “Detestando i re”, ecc.
D: se durante il primo interrogatorio non ha detto che se ne fregava tanto della monarchia che della repubblica?
R: Che non ha avuto un’ora per rimanere sul letto a smaltire la sbronza e non si ricorda della sua risposta.

L’abuso di alcool è decisamente pericoloso per la salute…

Confrontiamo tutto questo con i dati reperiti. Se sembra che suo padre non sia scappato, anche in ragione del suo stato di malattia (ricordiamo che è morto a casa il mese precedente), troviamo però almeno uno dei suoi fratelli, Louis-Aimé Joseph Saintenoy, nella lista degli emigrati[]. Al giorno d’oggi, in un’epoca in cui vengono utilizzate tutte le attenuanti possibili per ridurre le pene dei colpevoli, il caso di cui ci stiamo occupando può sembrare molto crudele. Nel contesto dell’epoca però, era più che usuale. La Repubblica era minacciata tanto dall’interno che dall’esterno. La Francia post-rivoluzione sarebbe stata sotto un Governo rivoluzionario fino al raggiungimento della pace, e bisognava salvaguardarlo ad ogni costo.
La recente storiografia a proposito ha più che dimostrato che “il Regno del Terrore” rivoluzionario non è stato un “sistema” creato da Robespierre e dai suoi amici[]; le misure straordinarie, applicate in un clima di estremo pericolo, venivano applicate per salvare questa neonata e promettente Repubblica.

La Lista generale ed esatta di nomi, età, qualità e domicilio dei cospiratori condannati a morte dal Tribunale rivoluzionario, istituito a Parigi con la legge del 17 agosto 1792, e dal secondo Tribunale, istituito a Parigi con la legge del 10 marzo 1793, per giudicare i nemici della patria[], menziona il nostro protagonista nel IV anno 3. Questo catalogo, in 8 di 32 pagine, lascia ben intendere la propria posizione fin dalla prima pagina: “Voi che fato tanto le vittime / nemici dell’uguaglianza / Pagate il prezzo dei vostri crimini / E avremo la libertà”. Altri tempi, altri costumi.

Questo esempio giudiziario potrebbe portare a farci qualche domanda sul periodo rivoluzionario e sul significato da dare ai diversi valori morali. In ogni caso, chi si occupa di storia deve sempre collocare la propria analisi nel contesto dell’epoca considerata e cercare l’esaustività. Precisiamo allora che il termine “emigrato” definisce una persona che, per diversi motivi, ha lasciato la Francia. Può essere un “aristocratico” controrivoluzionario, ma non per forza. Nel caso di cui ci siamo occupati noi, infatti, si è trattato solo di un errore[].

Linea di separazione
  1. Tesi di laurea magistrale, relatore Hervé Leuwers, Orchies, une ville à la frontière septentrionale sous la Révolution française (1789 – 1795), Villeneuve d’Ascq, Università di Lille 3, 2016.
  2. «On a tranché la tête hier 4 à treize personnes : […] 11e – La Croix, 52 ans ; né à Nancy. Commis principal de la Loterie Nationale. 12e – Durand, 24 ans. Né à Neufchateau. Gendarme 3e division de l’Armée du Nord. 13e – Santenay, 19 ans. Né à Orchies, garçon-confiseur à Paris. Tous trois convaincus de propos tendant à la dissolution de l’assemblée nationale, au rétablissement de la Royauté… ont été condamnés à mort». RAYMOND, Aubert, Journal d’un bourgeois de Paris sous la Revolution, Paris, Editions France-Empire, 1974, pp. 355-356.
  3. «cond.[amné] à mort, le 15 flor.[éal] an 2, par le trib.[unal] révol.[utionnaire] de Paris, comme contre-rév.[olutionnaire], ayant crié “vive le roi”, dans la prison des Madelonnettes où il était détenu». PROUDHOMME, Louis Marie, Dictionnaire des individus envoyés à la mort judiciairement, révolutionnairement et contre-révolutionnairement pendant la Révolution, vol. 2, Paris, s.e., 1796, p. 372.
  4. N. 220, consultabile all’URL: < www.retronews.fr > [consultato il 18 giugno 2023].
  5. Archives Nationales – W//5 ; Dossier 187.
  6. «Dudit jour, 15 Floréal. / AFFAIRE DE LACROIX ET AUTRES. / […] Les ci-devant dénommés, savoir Lacroix, Durand, Saintenay [sic], Marianne Dupressoir, femme Meuria, étoient accusés d’avoir tenus des propos contre-révolutionnaires, tendant à opérer la dissolution de la représentation nationale, et le rétablissement de la royauté. / Les témoins produits par le ministère public dans cette affaire, ont fourni la preuve complète des chefs d’accusation portés contre les ci-dessus indiqués. […]». «Les dits Lacroix et Durand, ainsi que Saintenay [sic] et la femme Meuria, s’étaient même permis des injures grossières contre la convention, en disant que cette assemblée n’étoit composée que d’un tas de f… g…, de coquins, de scélérats qui n’étoient bons qu’à ruiner la France, et à augmenter ses maux plutôt que d’y remédier […]. / Nous ne pouvons nous passer d’un roi ; c’est lui seul qui ramènera l’ordre, la tranquillité et l’abondance, qui nous délivrera de nos ennemis. / Tels étoient les propos tenus par lesdits accusés qui ont essayé, mais inutilement de les atténuer, et d’y donner un sens tolérable, attendu que leur moralité annonçoit toute leur haine et leur aversion pour le gouvernement républicain». N. 71, p. 282 e seguenti, consultabili all’ URL: < https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k1064130j/f1.item > [consultato il 18 giugno 2023].
  7. «Cependant, à l’égard de la femme Meuria, il a été prouvé que cette accusée s’était toujours montrée dans le sens de la révolution, et y avoit conformé toute sa conduite jusqu’à l’époque où elle s’étoit permise dans un cabinet, et dans une situation d’ivresse, d’outrager la convention nationale, et de la calomnier». «Que Marianne Dupressoir, femme Meuria, est également convaincue d’avoir tenu lesdits propos, mais sans mauvaise intention, et dans un moment où elle ne jouissoit pas de toute la plénitude de sa raison […]». Ibidem.
  8. WALLON, Henri, Le Tribunal révolutionnaire (10 mars 1793 – 31 mai 1795), vol. 2, Paris, Plon, 1899, p. 121.
  9. «15 floréal. […] convaincus de complots contre la liberté et la sûreté du peuple français, et de propos tendant à la dissolution de la représentation nationale, ont été exécutés conformément au jugement du tribunal». SANSON, Charles Henri, Mémoires des Sanson, Paris, Sanson, 1863, p. 132, URL: < https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k367766.image > [consultato il 18 giugno 2023].
  10. Lista di persone morte a seguito di una sentenza del Tribunale Rivoluzionario dal 26 agosto 1792 al 13 giugno 1794 (25 pratile anno 2) e i cui corpi sono stati inumati nel vecchio cimitero della Madelaine, situato in rue d’Anjou, faubourg Saint-Honoré, appartenente a M. Descloseaux, come si può vedere dal certificato (Paris, 1814, p. 32).
  11. Archives départementales du Nord – ORCHIES / BMS [1758 – 1791] Cote 5 Mi 024 R 028, vue 906.
  12. Archives Nationales – V/1/440, Pièce 249.
  13. Journal de Paris, 5 janvier 1788, 5, rubrica : “Mutations”, p. 23.
  14. Archives départementales du Nord – DOUAI (ST PIERRE) / B [1765 – 1786] – 5 Mi 020 R 028.
  15. DECHRISTE, Louis (dir.), Douai pendant la Révolution (1789 – 1802), ouvrage composé exclusivement de documents inédits puisés aux Archives Départementales du Nord et aux Archives communales de Douai, Douai, Dechristé, 1880, p. 23. Cote : Archives municipales de Douai, serie D I, N1-2.
  16. Archives départementales du Nord – DOUAI / D [1794 – 1795] – 5 Mi 020 R 038.
  17. «D[emande]. Si, étant dans la maison d’arrêt des Madelonnettes, il n’a pas dit qu’il avoit son père [sic] et son frère émigrés ; s’il ne s’est pas plaint de la nourriture de cette maison et s’il n’a pas crié “Vive le roi” !
    R[éponse]. Qu’il ne le croit pas, que le jour en question il avoit bu considérablement du vin et deux bouteilles d’eau-de-vie ; qu’il se rappelle qu’il chantoit le refrain de la chanson qui dit : “En détestant les rois”, etc.
    D. Si, lors de son premier interrogatoire, il n’a pas dit qu’il se f… autant du roy que de la république ?
    R. Qu’il n’y avoit pas une heure qu’il étoit sur son lit pour se dégriser, et qu’il ne se rappelle pas d’avoir fait pareille réponse».
    WALLON, Henri, Histoire du Tribunal révolutionnaire de Paris avec le journal de ses actes, Paris, Hachette, 1881, p. 381. Archives Nationales, W 359, dossier 754, fascicolo 4.
  18. MINISTERE DES FINANCES, Etats détaillés des liquidations faites par la Commission d’indemnité, à l’époque du 31 décembre 1827, en exécution de la loi du 27 avril 1825, au profit des anciens propriétaires ou ayant-droit des anciens propriétaires de biens-fonds confisqués ou aliénés révolutionnairement. 2e partie, Paris, l’Imprimerie royale, 1828, p. 42.
  19. BIARD, Michel, LINTON Marisa, Terreur ! La Révolution française face à ses démons, Paris, Armand Colin, 2020.
  20. «La Liste générale et très exacte des noms, âges, qualité et demeures de tous les conspirateurs qui ont été condamnés à mort par le Tribunal révolutionnaire, établi à Paris par la loi du 17 août 1792, et par le second Tribunal établi à Paris par la loi du 10 mars 1793, pour juger tous les ennemis de la patrie». Documento consultabile all’URL: < https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k6216591c/f7.item > [consultato il 18 giugno 2023].
  21. Se l’argomento vi è sembrato interessante, potrete trovare un resoconto più completo ed il seguito della ricerca all’interno di uno dei numeri della rivista di storia locale «Pays de Pévèle», il cui editore è S.H.P.P. di Templeuve.

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