ISSN: 2038-0925

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9/ Contemporary History in High Schools: Brazilian, North American and French Content Standards (1999-2014)

di Itamar Freitas Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, N. 25, 1|2016 . . ABSTRACT TESTO INTEGRALE L’AUTORE REFERENZE LICENZE . . “H is for History Homework” by Baleighbuggon Flickr (CC BY-ND 2.0) . . Abstract Italiano Questo articolo tratta della Storia contemporanea come materia di insegnamento nelle scuole superiori. Oggetto dell’analisi sono i piani di […]



7/ La rappresentazione degli italiani nell’immaginario statunitense

di Stefano LUCONI – L’originario giudizio positivo della società statunitense verso gli italiani subì una progressiva involuzione a causa della provenienza dal Meridione di una crescente maggioranza degli immigrati che giunsero in America dall’Italia a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento.
Gli italiani e i loro discendenti furono a lungo considerati individui inferiori agli anglo-sassoni, difficilmente assimilabili, propensi alla violenza, inclini alla criminalità, fautori del radicalismo politico e concorrenti sleali sul mercato del lavoro.
Tale valutazione fu alimentata in parte dalla scarsa considerazione di cui l’Italia godette negli Stati Uniti, ad eccezione di un breve periodo durante il fascismo, in parte dal lento inserimento sociale degli immigrati, e ha iniziato a essere superata soltanto alla fine del Novecento.



10/ Anarchici italiani negli Stati Uniti. Le biografie parallele di Mattia Giurelli e Alberto Guabello

di Carlo De MARIA – L’analisi delle esperienze migratorie di Mattia Giurelli e Alberto Guabello mette in luce aspetti meno indagati dalla storiografia , che ha a lungo trascurato, anche per la difficoltà di reperire le fonti, quella parte del movimento operaio emigrata dall’Italia. Nei due profili biografici si coglie l’occasione di poter approcciare la storia del movimento operaio negli Stati Uniti, dei movimenti anarchici e dell’emigrazione. Sia Giurelli che Guabello mostrarono di essere animati non solo dalla necessità, ma anche dalla volontà di partire. L’esperienza del sindacalismo anarchico di Paterson restituisce una delle immagini dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti.



5/ I prigionieri di guerra italiani negli Stati Uniti e il dilemma della cooperazione (1944-46)

di Mario DE PROSPO – Nella variegata realtà della prigionia di guerra italiana nell’ultimo conflitto, ha avuto sue precise peculiarità la vicenda dei 50.000 militari detenuti negli Stati Uniti. Dopo l’8 settem-bre, da nemici, essi diventarono “alleati” degli anglo-americani. I comandi statunitensi proposero loro un’adesione volontaria e individuale ad un programma di cooperazione, senza avere mai l’avallo ufficiale del governo Badoglio. Per i prigionieri non si trattò di una scelta semplice. Sperando in un miglioramento delle condizioni materiali e maggiori libertà, la maggioranza scelse di collaborare, ma a spingerli fu soprattutto la stanchezza dopo lunghi anni di guerra. Marginali furono invece le scelte motivate politicamente. Chi decise di non cooperare non ebbe vita facile. Emblematico è il caso del campo Hereford, dove emerse un gruppo di ufficiali con provenienze ideologiche eterogenee che diede vita ad una vivace dialettica politica e culturale.