ISSN: 2038-0925

Viaggio di Nozze a Tehran

More about Viaggio di nozze a TeheranLetture: AZADEH, Moaveni, Viaggio di Nozze a Tehran, Roma, Newton Compton, 2009, 336 p.

a cura di Luca ZUCCOLO


Spaccato dell’Iran moderno, il libro di Azadeh Moaveni è un ottimo esempio di come si può fare un inchiesta nel rispetto della diversità culturale e sociale.

Nei primi dieci anni del XXI secolo l’Iran, da sempre paese ricco di contrasti e contraddizioni, ha subito numerosi e notevoli cambiamenti: il governo “liberale” e aperto all’occidente di Khatami, il ritorno dei conservatori con Ahmadinejad e le accuse ad Israele e Stati Uniti. Ma come è cambiato l’Iran? Cosa pensano gli iraniani di Khatami? E, soprattutto, di Ahmadinejad? Come sono state percepite le trasformazioni e le crisi finanziarie degli ultimi dieci anni dalla popolazione iraniana, e, soprattutto, dai giovani di Teheran?

Queste ed altre domande, quali la condizione della donna e delle madri, i problemi nel crescere i figli e gli scontri tra presente islamico e passato persiano, ma anche libertà di stampa ed espressione, clevages sociali ed emigrazione, sono al centro dell’inchiesta/romanzo di Azadeh Moaveni, Viaggio di nozze a Teheran 1. Giornalista iraniano-americana del Time, The New York Times Book Review, The Washington Post, e The Los Angeles Times, Azadeh Moaveni2, già autrice di Lipstick jihad3, in cui descrive i cambiamenti, i sogni e la vita, spesso underground, dei giovani di Teheran sempre in bilico tra la loro cultura “tradizionale” e l’Occidente, propone nel suo ultimo lavoro la sua esperienza di vita tra il 2005 e il 2007 a Teheran e nell’Iran di Ahmadinajad .

Inviata del Time per descrivere l’ascesa di Ahmadinejad e le reazioni degli iraniani, intreccia la sua vita privata e le sue trasformazioni umane e professionali, passando da giovane donna a moglie e madre, alle trasformazioni e alle paure degli iraniani di fronte a mutamenti inaspettati e repentini che hanno spiazzato molti iraniani mettendo in dubbio molte loro certezze, a cominciare dal rapporto con l’Islam e la cultura persiana.

Con una scrittura chiara e fluente Azadeh Moaveni descrive la movida dei giovani iraniani e la loro ricerca, spesso underground, di una loro identità nuova, la fede nel regime dei Basij (giovani spesso delle borgate più povere facilmente persuasi dalle autorità politico-religiose del regime e nucleo del successo di Ahmadinejad), il difficile rapporto con le forze dell’ordine e le autorità di una donna-giornalista e delle persone comuni, lo scontro più o meno aperto tra l’Islam di regime e il passato persiano e le loro molteplici interconnessioni, soprattutto in occasione dell’Ashoura (festa in onore del martirio di Hussein a Karbala) e del Nouruz (capodanno Persiano), il “velo”, l’abbigliamento femminile e i diritti delle donne.

Tutto questo sullo sfondo di una Teheran in continuo cambiamento, soffocata dallo smog e dalla crisi economica (aggravata dalla politica di Ahmadinejad), nonché dai contrasti evidenti tra un regime autocratico che mostra il suo volto nelle gigantografie degli imam e di Khomeini, che invadono ogni angolo della città, e un occidente potente e strisciante che si manifesta nei cartelloni pubblicitari di Dolce&Gabbana e nei marchi falsi delle griffes d’oltreoceano. Dalle pagine del libro emerge proprio questo scontro tra modi differenti di interpretare e vivere la vita, che si riflette anche nella fuga di cervelli (la più alta al mondo con 150.000 partenze all’anno) e nella censura di tutti i siti internet con riferimenti a parti del corpo o oggetti ritenuti moralmente impuri, fino al divieto di tenere cani in casa4.

Dal testo, però, emerge anche la difficoltà di Azadeh di far coincidere la sua immagine dell’Iran con la realtà, con le difficoltà della vita quotidiana e con i compromessi a cui molti iraniani sono costretti a sottoporsi ogni giorno5; emerge lo spaesamento di un’iraniano-americana costretta ad emigrare dall’Iran perché la stretta di vite del nuovo regime le impedisce di lavorare e far crescere il proprio figlio, in quanto donna e in quanto giornalista scomoda, vivendo doppiamente lo scollamento tra la sua terra d’origine, la sua terra d’adozione e la nuova vita londinese. «La fonte della sua speranza, proprio come la struttura del suo nuovo setar, era stata frantumata in tre pezzi, e i frammenti sembravano essersi incisi nel suo cuore». Questa citazione tratta dal racconto breve Setar di Jalal Al-e Ahmad descrive esattamente la conclusione della storia di Azadeh Moaveni emigrata per ben due volte e sempre in bilico tra due realtà, due mondi e una molteplicità di culture che creano la complessità dell’Iran come di Azadeh Moaveni.

Storia di vita e inchiesta giornalistica si intrecciano in un romanzo agile e interessante per i molteplici risvolti dell’attualità iraniana, dell’Islam, del rapporto tra regime e popolazione, tra donne e Islam, e delle difficoltà patite tanto da chi emigra, quanto da chi rimane, in un continuo confronto storico tra il presente e il passato iraniano, tra ricchi e poveri, occidente e oriente, tra reseau familiare tradizionale e la solitudine della modernità. Spaccato dell’Iran moderno, il libro di Azadeh Moaveni è un ottimo esempio di come si può fare un inchiesta nel rispetto della diversità culturale e sociale. ♦ Luca Zuccolo, 2010
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Note


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[1] MOAVENI, Azadeh, Viaggio di nozze a Teheran, Roma, Newton Compton, 2009.
[2] Riguardo all’autrice, alla sua carriera e alle sue opere interessanti indicazioni si trovano nel sito personale di Azadeh Moaveni http://www.azadeh.info in cui accanto a una breve biografia si possono trovare tutti i riferimenti necessari per acquistare i suoi libri e leggere i suoi ultimi articoli del 2008-2009.
[3] MOAVENI, Azadeh, Lipstick jihad, a memoir of growing up Iranian in America and American in Iran, New York, Perseus Book Group ; Publicaffaires, 2005.
[4] Per la cultura islamica il cane è un animale impuro.
[5] Domina molte parti del romanzo la considerazione che le regole imposte dal regime siano sempre o molto spesso aggirabili o quanto meno interpretabili, unico modo per sopravvivere in una società sempre più divisa tra molto ricchi e molto poveri, tra occidentalizzanti e tradizionalisti, una società, come dice Azadeh, del “come se”. Una società che riesce a trovare zone grigie e di manovra finché Ahmadinejad non ha dato una nuova stretta morale al paese, creando non pochi dubbi a genitori “liberali” indecisi su quale cultura ed educazione fosse migliore per i propri figli, quella occidentale o quella repressiva iraniana?

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Per citare questo articolo


ZUCCOLO, Luca, «Letture: AZADEH, Moaveni, Viaggio di Nozze a Tehran, Roma, Newton Compton, 2009, 336 p.», Diacronie. Studi di Storia Contemporanea [on-line], 15/04/2010,
URL:<http://www.studistorici.com/2010/04/15/azadeh>

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Diritti


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