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Verso una nuova frontiera?
La storia in Rete, nei film e nelle serie tv
Negli ultimi anni si sta assistendo a due fenomeni concomitanti e apparentemente in contrasto tra loro. Da una parte, si registra un’emarginazione della storia, nei termini di una sua crisi di identità e funzione sociale, allargata al ruolo stesso degli storici. D’altra parte, aumenta presso il largo pubblico il consumo di prodotti culturali a tema storico, che testimonia un ampio interesse per la disciplina.
La produzione, diffusione e ricezione di narrazioni storiche avviene attraverso un numero sempre crescente di film e serie tv, canali YouTube dedicati, podcast e video lezioni, diffusi anche attraverso i social network, con milioni di visualizzazioni. Questi prodotti culturali fungono da mediatori del consumo di storia e contribuiscono alla sua divulgazione, intendendo quest’ultima appunto come un processo di mediazione. Inoltre, hanno certamente un impatto, oltre che sulla conoscenza storica del pubblico, sui suoi immaginari, su memorie e identità collettive. Proposti come delle macchine del tempo, tali prodotti conducono lo spettatore in veri e propri viaggi nella storia, molto spesso caratterizzati da mistero e suspense, e grazie alle potenzialità del digitale – soprattutto per le produzioni più ricche – essi permettono di “vedere” il passato in modi sempre più coinvolgenti e verosimili rispetto a quanto potesse avvenire fino a pochi anni fa.
La loro diffusione pone agli storici alcune domande. Intanto, la lettura degli eventi del passato attraverso gli occhi del presente, che avviene attraverso questi prodotti di largo consumo, espone al rischio degli usi pubblici della storia, amplificato dal ricorso all’affabulazione, alla drammatizzazione e al far leva sulle emozioni. Inoltre, tale diffusione pare amplificare la divaricazione tra questi prodotti, destinati al largo pubblico, e quelli della ricerca, rivolti invece alla comunità scientifica, ridotta ad un circuito ristretto e talvolta solipsistico. A ciò si aggiunga il fatto che la crescita della presenza degli storici sui mass media è controbilanciata dalla necessità che il loro linguaggio si adegui alle specifiche modalità di comunicazione di ciascun mezzo.
Alla luce di queste considerazioni, si invitano gli studiosi interessati a presentare proposte che possano contribuire a una riflessione sugli effetti della divulgazione storica attraverso i prodotti di ampio consumo, provando a rispondere ad alcune di queste domande:
Le domande e i temi sopraindicati non devono essere considerati esclusivi. Si accettano riflessioni sia di carattere teorico e generale, sia legate a specifici case study.
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Come inviare un contributo
Invitiamo tutti gli interessati a sottoporci le loro proposte inviandoci un abstract di massimo 1500 battute all’indirizzo di posta della redazione (redazione.diacronie[at]studistorici.com) entro il 31 marzo 2022. I contributi dovranno essere compresi tra 35000 e 50000 battute (spazi e note incluse) e potranno essere redatti in italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese (i contributi in quest’ultima lingua verranno tradotti dalla redazione); le recensioni dovranno avere una taglia compresa fra le 10.000 e 15.000 battute.
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Direzione scientifica
Mariangela Palmieri (Università degli Studi di Salerno)
Antonino Blando (Università di Palermo)
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