ControVersa: Politiche multiculturali / politiche assimilazioniste in Europa
Due grandi modelli
Solitamente, per quanto riguarda gli esempi di accoglienza e integrazione degli stranieri in Europa, vengono proposti due modelli, i cui paradigmi sono rappresentati da un lato dalla Francia, dove si parla di assimilazionismo, e dall’altro dalla Gran Bretagna, che ha accreditato il modello multiculturale (detto da alcuni critici radicali «segregazionista» [1]). Bisogna tuttavia evidenziare che non esistono modelli puri, nemmeno nei paesi portabandiera. Piuttosto, con un certo grado di approssimazione, è possibile affermare che negli altri paesi europei – Paesi Bassi, Belgio e, più recentemente, Spagna e Italia – vige non tanto l’uno o l’altro modello, quanto una sintesi dei due. Anche laddove un paese appare orientarsi verso una determinata politica, come il multiculturalismo nel caso della Germania, essa, come vedremo, può essere messa in discussione. Graficamente possiamo immaginare questi paesi come se fossero dei pendoli che, di volta in volta e a seconda della stagione politica, gravitano verso uno dei due poli, benché non sia affatto detto che poi le realizzazioni pratiche coincidano con gli orientamenti teorici e programmatici di base.
Per semplificare ulteriormente, si può dire che il modello assimilazionista francese si basa sull’idea di una società monoculturale e sull’adozione, da parte delle minoranze, dei valori e delle regole della società dominante, in cui i portatori di esperienze culturali divergenti dovrebbero in qualche modo identificarsi, se non sottomettersi [2].
Considerato come l’opposto del multiculturalismo [3]– anche se a nostro avviso con più di qualche semplificazione – l’assimilazionismo impone allo straniero di adattarsi al paesaggio culturale del paese di adozione: egli è costretto a padroneggiare la lingua e condividere i valori della società dominante. Questo approccio spinge le minoranze a rinnegare le proprie identità preesistenti e, quindi, in termini politici, non ammette e di fatto rifiuta di riconoscere comunità distinte [4].
Questo modello si scontra tuttavia con la realtà: le polemiche sul velo [5]e sugli altri simboli religiosi e culturali, così come la cronica incapacità da parte della politica di affrontare il razzismo e le diseguaglianze, colpiscono le comunità immigrate di prima e seconda generazione.
Il multiculturalismo si basa sul riconoscimento e la protezione della diversità culturale. Tipico dei paesi del nord Europa, dove però non di rado prevalgono modelli più sfumati, questo orientamento viene adottato ponendo maggiore o minore enfasi sulle possibilità di integrare le minoranze all’interno della cultura dominante [6]. Nondimeno esso è qualcosa di più del semplice riconoscimento del pluralismo nella società. Indica piuttosto una situazione in cui le minoranze etnoculturali sono pensate come comunità distinte e dove le politiche pubbliche incoraggiano questa differenza [7].
Tuttavia, anche il multiculturalismo viene messo sotto accusa, sia da destra, secondo una visione che rifiuta di accettare l’esistenza di specificità culturali “altre” rispetto la cultura dominante, sia da sinistra, per via delle sue implicazioni socio-economiche e culturali, le quali in ultima analisi creerebbero dei ghetti, alimentando così il segregazionismo. Ad esempio, Brian Barry pone la necessità di focalizzarsi sull’effettiva protezione dei diritti delle minoranze, piuttosto che sulle problematiche culturali [8]; con un approccio complementare, Will Kymlika, che a lungo si è occupato del rapporto tra multiculturalismo e cultura liberale, avverte dai rischi di essenzializzare le culture e reificare tanto le identità quanto le pratiche dei gruppi minoritari [9].
Nell’alveo degli approcci radicali, esiste inoltre una critica femminista al multiculturalismo [10] : le culture particolari sono, secondo questa prospettiva, considerate come una fucina del patriarcato e, quindi, difenderle significherebbe perpetuare l’oppressione sulle donne. Con sfumature diverse, questi approcci insistono sull’inconciliabilità tra alcune pratiche culturali e l’emancipazione femminile. Come ha sottolineato Carlo Ginzburg, «si può adottare un atteggiamento pragmatico, decidendo caso per caso: velo islamico e infibulazione sono cose ben diverse. Ma anche il velo islamico […] solleva questioni di principio che è impossibile eludere» [11] Entrambi i modelli, multiculturale e assimilazionista, sembrano dunque lasciar sorgere molteplici punti interrogativi, rendendo pertanto palese la propria difficoltà nel far fronte ai problemi migratori.
I limiti dell’assimilazionismo francese
Le violenze esplose recentemente nella società francese a seguito dell’omicidio di un giovane di origine algerina, Nahel Merzouk, hanno ulteriormente messo in discussione l’assimilazionismo. Analogamente a quanto era accaduto nel 2005, nelle banlieues francesi è esplosa la rabbia contro l’ennesimo episodio di violenza istituzionale perpetuato dalla polizia. I limiti dell’assimilazionismo possono essere individuati come il risultato di quell’effetto boomerang di cui nel 1976 ha parlato Foucault in una celebre lezione al College de France: i modelli di gestione coloniale, con le loro tecniche politiche e giuridiche, sarebbero stati introdotti anche nei territori metropolitani. Attraverso questi meccanismi di potere, eredità dell’esperienza coloniale, la Francia avrebbe iniziato a praticare il colonialismo al proprio interno [12]. Gli stranieri devono assimilare la lingua, la cultura e i valori dominanti, senonché è raro che essi riescano ad integrarsi realmente nel tessuto socio-economico metropolitano, rimanendo invero preda della disoccupazione o delle varie forme di illegalità, benché nella seconda o terza generazione questa costante tenda a ridursi [13]. La condizione degli stranieri in Francia è, dunque, aggravata dalle diseguaglianze e dai pregiudizi razziali, cosicché il progetto universalista dell’assimilazionismo non solo lascia intravedere tutti i suoi limiti, ma favorisce quei ripiegamenti identitari che al contrario si proponeva di abolire. Nondimeno, talvolta le politiche assimilazioniste francesi hanno mitigato le diseguaglianze tra gli appartenenti alla cultura dominante e gli immigrati di prima e seconda generazione: in una recente ricerca si evince come il divieto di utilizzare il velo, contenuto in una circolare ministeriale del 1994, abbia migliorato i risultati scolastici delle giovani mussulmane [14]. Tuttavia, si tratta di risultati modesti, giacché, come ha sottolineato l’autore di quest’inchiesta, questa dinamica appare attenuarsi negli ultimi anni.
Il fallimento del multikulti tedesco
«L’approccio del multiculturalismo è fallito, assolutamente fallito» [15]. Nel 2010, con queste parole, Angela Merkel diede il segnale di un profondo ripensamento delle politiche di inclusione dei migranti in Germania. Un’affermazione che sorprese non poco gli osservatori internazionali. La condizione dei migranti era infatti migliorata negli ultimi decenni [16]. Senonché, segnale di come l’affermazione della cancelliera trovasse un largo consenso nell’opinione pubblica, nello stesso anno era stato pubblicato da un funzionario della Bundesbank, Thilo Sarrazin, un libro che destò molto scalpore [17]: la tesi principale consisteva nel suggerire come l’incremento della popolazione mussulmana immigrata avrebbe portato alla rovina dello Stato, abbassando “l’intelligenza media” della popolazione tedesca. Qualcuno si spinse a dire che il mood dell’attacco della Merkel al multiculturalismo fosse stato dettato proprio dal libro di Sarrazin [18]. Merkel mantenne tuttavia un approccio pragmatico, benché a volte ondivago, nei confronti del fenomeno migratorio: si trovò infatti ad affrontare diverse crisi legate all’accoglienza dei migranti, soprattutto nel 2015, con l’arrivo massiccio dei profughi siriani. In quell’occasione la Cancelliera inaugurò la cosiddetta “politica della porta aperta”, la quale non fu esente da critiche, anche da parte del suo partito.
Rispetto alla necessità di approcciarsi diversamente al problema migratorio è ascrivibile la nascita, nel 2013, del partito di estrema destra anti-migranti Alternative für Deutschland (Afd), che, come era accaduto in altri paesi europei, divenne una presenza costante del panorama politico. Non fu, quindi, un caso se uno dei più importanti sociologi degli ultimi cinquant’anni, Zygmunt Bauman, poco prima di morire scelse di pubblicare un saggio [19] in cui affrontava il tema del panico morale causato dalla presenza dei migranti.
Benché, secondo Merkel e Sarrazin, ma non solo [20], il multiculturalismo risulti un modello fallito, anche quello considerato opposto, l’assimilazionismo, non sembra godere di buona salute. Va comunque tenuto conto del fatto che in molti casi le problematiche correlate alla convivenza con gli stranieri vengono esasperate dai media, che forniscono delle narrazioni distorte e sensazionalistiche, contribuendo a criminalizzare e a razzializzare il fenomeno [21].
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NOTE
[1] Cfr. MANSOURI, Fethi, DE B’BÉRI, Boulou Ebanda (edited by), Global Perspectives on the Politics of Multiculturalism in the 21st Century: A case study analysis, Abingdon-on-Thames, Routledge, 2014.↑
[2] RODRÍGUEZ-GARCÍA, Dan, «Beyond assimilation and multiculturalism: A critical review of the debate on managing diversity», in Journal of International Migration and Integration, 11, 3/2010, pp. 251-271, pp. 253-254.↑
[3] EMERSON, Micheal, Summary and Conclusions, in EMERSON, Micheal (edited by), Interculturalism: Europe and its Muslim in Search of Sound Societal Models, Brussels, Center for European Policy Studies, 2011, pp. 1-17, p. 2.↑
[4] Ibidem.↑
[5] Cfr. NORDMANN, Charlotte (sous la direction de), Le foulard islamique en questions, Paris, Éditions Amsterdam, 2004; BABÉS, Leïla, Le voile démystifié, Paris, Bayard, 2004.↑
[6] RODRÍGUEZ-GARCÍA, Dan, Beyond assimilation and Multiculturalism, cit., p. 254.↑
[7] EMERSON, Micheal, Summary and Conclusions, cit., p. 2.↑
[8] BARRY, Brian, An Egalitarian Critique of multiculturalism, Cambridge, Harvard University Press, 2021.↑
[9] KYMLIKA, Will, «The Essentialist Critique of Multiculturalism: Theories, Policies, Ethos», in Robert Schuman Centre for Advanced Studies (RSCAS), 14, 2/2014, pp. 177-198. ↑
[10] Cfr. OKIN, Susan Moller, Is multiculturalism bad for women?, Princeton, Princeton University Press, 1999; COENE, Gily, LONGMAN (sous la direction de), Fémminisme et multiculturalisme. Les parados du débat, Bern, Peter Lang Verlag, 2010; PHILLIPS, Anne, Multiculturalism without culture, Princeton, Princeton University Press, 2007. ↑
[11] GINZBURG, Carlo, Rapporti di forza. Storia, retorica e prova, Milano, Feltrinelli, 2000, p. 14.↑
[12]Cfr. FOUCAULT, Michel, Bisogna difendere la società, Milano, Feltrinelli, 1998.↑
[13] Cfr. MEURS, Dominique, PAILHÉ, Ariane, SIMON, Patrick, «Pérsistance des inégalités entre générations liée à l’immigration: l’accès à l’emploi des immigrés et des leur descendants en France», in Population, 61, 2006, pp. 763-801. ↑
[14] MAURIN, Eric, NAVARRETE, Nicolas, «Behind the Veil: The Effect of Banning the Islamic Veil in School», in Economic Policy, 38, 2023, pp. 63-98.↑
[15] «Merkel erklärt Multikulti für gescheitert», in Der Spiegel, 16 ottobre 2010, URL: < https://www.spiegel.de/politik/deutschland/integration-merkel-erklaert-multikulti-fuer-gescheitert-a-723532.html > [consultato il 13 settembre 2023].↑
[16] LUTHER, Jörg, La costituzione delle politiche di integrazione nella Germania multiculturale, in CERRINA FERONI, Ginevra, FEDERICO, Veronica (a cura di), Società multiculturali e percorsi di integrazione, Firenze, Firenze University Press, 2017, pp. 87-121, p. 91.↑
[17] SARRAZIN, Thilo, Deutschland schafft sich ab: Wie wir unser Land aufs Spiel setzen, München, Deutsche Verlags-Anstalt, 2010.↑
[18] «Is multi-kulti dead? Germany agonising debate over the role of immigrants», in The Economist, 22 ottobre 2010, URL: < https://www.economist.com/newsbook/2010/10/22/is-multi-kulti-dead > [consultato il 14 settembre 2023].↑
[19] BAUMANN, Zygmunt, Strangers out Our Dors, Cambridge, Polity Press, 2016; ID., Die Angst von anderen. Ein essay über Migration und Panikmache, Berlin, Suhrkamp Verlag, 2016.↑
[20] Cfr. CHIN, Rita, The Crisis of Multiculturalism in Europe: A History, Princeton, Princeton University Press, 2017.↑
[21] Cfr. BINOTTO, Marco, BRUNO, Marco, LAI, Valentina (a cura di), Tracciare i confini. L’immigrazione nei media italiani, Milano, FrancoAngeli, 2016.↑
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Bibliografia essenziale
- CERRINA FERONI, Ginevra, FEDERICO, Veronica (a cura di), Società multiculturali e percorsi di integrazione, Firenze, Firenze University Press, 2017.
- CESAREO, Vincenzo, Società multietniche e multiculturalismi, Milano, Vita e Pensiero, 2002.
- CHISWICK, Barry, MILLER, Paul, Assimilation and Its Discontents, New York, Russell Sage Foundation, 1996.
- HABERMAS, Jürgen, TAYLOR, Charles, Multiculturalismo, lotte per il riconoscimento, Milano, Feltrinelli, 1998.
- JANSEN, Yolande, Secularism, Assimilation and the Crisis of Multiculturalism: French Modernist Legacies, Amsterdam, Amsterdam University Press, 2020.
- KIVISTO, Peter, Incorporating Diversity: Rethinking Assimilation in a Multicultural Age, New York, Routledge, 2005.
- KYMLICKA, Will, Multicultural Citizenship: A Liberal Theory of Minoriy Rights, Oxford, Clarendon Press, 1995.
- LANZILLO, Maria Laura, Il multiculturalismo, Roma-Bari, Laterza, 2015.
- MANSOURI, Fethi, DE B’BÉRI, Boulou Ebanda, (edited by), Global Perspectives on the Politics of Multiculturalism in the 21st Century: A case study analysis, London, Routledge, 2014.
- MURPHY, Micheal, Multiculturalism: A Critical Introduction, New York, Routledge, 2012.
- PHILLIPS, Anne, Multiculturalism without Culture, Princeton, Princeton University Press, 2007.
- TAYLOR, Charles, Multiculturalism: Examining the Politics of Recognition, Princeton, Princeton University Press, 1994.
Sitografia
- LEONINI, Luisa, «Ascesa e declino del multiculturalismo», in il Mulino, 8 giugno 2015, URL: < https://www.rivistailmulino.it/a/ascesa-e-declino-del-multiculturalismo > [consultato il 12 ottobre 2023].
- NICOLA, Francesca, «Multiculturalismo e intercultura», in laricerca, 12 ottobre 2012, URL: < https://laricerca.loescher.it/multiculturalismo-e-intercultura/ > [consultato il 12 ottobre 2023].
- «Questioni di multiculturalismo», in Rai Scuola URL: < https://www.raiscuola.rai.it/scienzesociali/articoli/2021/02/Questioni-di-multiculturalismo-97f59037-ccbf-4178-9bce-84536eac6b6b.html > [consultato il 12 ottobre 2023].
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Video
Massimo Cacciari | Cosa è il multiculturalismo?Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. |
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“Germany Does Away With Itself” – Thilo Sarrazins Inflammatory Book | People & PoliticsServizio della Deutsche Welle TV |
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Galleria di immagini
Credits
- Immagine 1: Achille Beltrame – centrorsi.it papapioxii.it on Wikipedia Commons (Public Domain).
- Immagine 2: demonstrations by Evan Bench on Flickr (CC BY 2.0).
- Immagine 3: Demonstration Hamburg Refugee Rights – No G20 – 24.06.2017 Around 2.000 refugees and supporters took to the streets of Hamburg in advance of the G20 Summit. by Rasande Tyskar on Flickr (CC BY-NC 2.0).
- Immagine 4: Stop deportations to Afghanistan now! by Rasande Tyskar on Flickr (CC BY-NC 2.0).
- Immagine 5: Guillaume Faye in Wroclaw by MOs810 on Wikipedia Commons (CC BY-SA 4.0).
- Immagine 6: Salzgitter-Bad, the restaurant Chan Sun by Dguendel on Wikipedia Commons (CC BY 4.0).
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