Parole in storia: QUINTA COLONNA

«Avrete letto, sui giornali, della Quinta Colonna» disse Grant.
«Saprete quindi, grosso modo, ciò che significa.»
«Il nemico in mezzo a noi» mormorò Tommy[1]
Agatha Christie, nel suo romanzo – la prima edizione originale è del 1941, ma in Italia venne pubblicato per la prima volta nel 1961 – intitolato proprio Quinta Colonna e ambientato nella primavera del 1940, in pieno secondo conflitto mondiale, ci indica il significato dell’espressione: «il nemico in mezzo a noi». Potremmo porci l’interrogativo del perché la famosa scrittrice abbia scelto di darne, per voce di un suo personaggio, una spiegazione. Forse la risposta va cercata proprio nella sua dimensione storica: come vedremo, infatti, quando Agatha Christie scrisse il romanzo, questa figura retorica aveva poco più di quattro anni.
Prima di analizzarne il profilo storico, specifichiamone il significato attraverso il dizionario. Con ‘Quinta Colonna’ si definisce:
un infiltrato, detto di chi all’interno di un gruppo o di un territorio opera segretamente a favore di una parte avversa, confondendosi tra la gente. Inizialmente aveva un significato di ordine bellico e politico [2].
‘Quinta Colonna’ è, quindi, una espressione che ha assunto un senso figurato: spiega un concetto con una figura.
Procedendo ad una analisi della sua “dimensione” storica, ‘Quinta Colonna’ nacque, molto probabilmente, nel contesto del conflitto civile spagnolo. Difficile, però, stabilirne la paternità, perché rivendicata da più persone. Siamo in un particolare momento del conflitto: le forze golpiste guidate dai generali Mola e Franco stavano procedendo all’assedio della capitale spagnola. La battaglia di Madrid assunse una fortissima implicazione ideologica anche a causa del sostegno di cui i contendenti godevano a livello internazionale: da una parte il governo fascista italiano e quello nazista tedesco che appoggiavano militarmente i franchisti; dall’altra l’Unione Sovietica e le brigate internazionali a sostegno dei repubblicani. A proposito di questa battaglia, lo storico Hugh Thomas scrisse:
Mola assunse il comando su tutto il fronte di Madrid, in vista di quello che avrebbe dovuto essere l’assalto finale. Stabilì il suo quartier generale ad Avila. Quando un gruppo di giornalisti stranieri gli domandò quale delle sue quattro colonne avrebbe preso la capitale, Mola rispose con un’espressione che ancor oggi, a tanti anni di distanza, viene continuamente ripetuta quando si parla di tradimenti e di spionaggio: la “Quinta Colonna”, vale a dire i nazionalisti che si trovano all’interno della città [3].
Circa la paternità dell’espressione, prendendo ancora spunto da Thomas[4], questi scrisse che Noel Monks, che a quel tempo lavorava per il «Daily Express», gli raccontò che il dottor Luis de Jong, del Rijksinstituut voor Oorlogsdocumentatie di Amsterdam, autore di The German Fifth Column in the Second World War[5]rintracciò un accenno alla ‘Quinta Colonna’ nel numero di «Mundo Obrero» del 3 ottobre 1936. Ma Lord St Oswald, a quel tempo corrispondente tra i repubblicani, sostenne invece di aver coniato lui l’espressione qualche settimana prima, quando l’Armata d’Africa era nella valle del Tago, e di averla usata in un dispaccio, non rintracciato, al «Daily Telegraph». Egli affermò, inoltre, che l’espressione fu subito ripresa dai suoi colleghi giornalisti della Telefónica di Madrid e che da lì arrivò a Mola[6].
Ma in termini di paternità, almeno concettuale, dobbiamo andare indietro di duemilacinquecento anni, quando, il Generale cinese Sun Tzu scrisse L’Arte della Guerra.
[…] Chiamo dissenso nelle città e nei villaggi quello che ci dà il modo di staccare dal partito che ci è nemico gli abitanti sotto il suo dominio e di farceli amici in modo da potercene servire in caso di bisogno. Chiamo dissenso con gli altri paesi quello che ci consente di servirci a nostro profitto degli ufficiali che servono nell’esercito nemico [7].
Ciò che Sun Tzu denominò “dissenso” Mola, o chi per lui, lo chiamò ‘Quinta Colonna’.
Quinta Columna, Fift Column, Fünfte Kolonne o Quinta Colonna, usata in senso dispregiativo dopo la battaglia di Madrid, acquisì in breve tempo una progressiva notorietà. Solo per citare alcuni esempi, abbiamo François Furet che, riferendosi ai contrasti interni al fronte repubblicano durante il conflitto civile spagnolo, scrisse:
Ad aggravare la situazione si aggiunse il fatto che durante l’estate [1937] il POUM ebbe l’audacia di prendere le difese delle vittime del primo dei processi di Mosca, finendo per essere bollato con l’infamante etichetta di “quinta colonna” fascista[8]
Pietro Barbieri, nel medesimo contesto:
La gioventù social-comunista, dopo la formazione della “Giunta” nella città spagnola [Madrid, ndr] aveva iniziato una spietata caccia alla “quinta colonna” che operava nella capitale[9]
Fuori dal conflitto spagnolo, ma pur sempre in relazione a fatti bellici e politici, abbiamo Ugo Caimpenta, autore di alcuni saggi nella seconda metà degli anni 1930, che ci parlò di «stukas, paracadutisti e quinta colonna»[10]. Nel 1943 il diplomatico Serafino Mazzolini, nel suo diario, scrisse:
[…] e il messo di Roosevelt ha agitato lo spauracchio della “quinta colonna”. Buffonate… [11]
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Dal canto suo, Peter Tompkins, parlando delle carte segrete del duce italiano, affermò:
La prima ripercussione fu il ritiro dalla Camera dell’ex Primo Ministro Salandra presto seguito dai liberali. Perfino il ministro Vincenzo Riccio, che aveva fatto la “quinta colonna” dei fascisti nel governo Facta, abbandonò Mussolini[12]
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Non è difficile trovare riferimenti alla Quinta Colonna anche in ambito ecclesiastico:
Ad aggravare la situazione la vecchia questione degli “Uniati”, cioè di quei cristiani d’oriente che, pur mantenendo lingua e riti ortodossi, prestavano fedeltà al Papa di Roma: una sorta di traditori o di “quinta colonna”[13].
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Dal campo bellico-militare l’espressione transitò anche nel mondo della letteratura. Come abbiamo visto all’inizio, Agatha Christie ne fece un titolo per un suo romanzo[14], così come Ernest Hemingway per il suo dramma[15]. Graham Greene, nel 1991, scrisse la sua Quinta Colonna[16], ambientandolo nella Londra del 1940: spionaggio in pieno secondo conflitto mondiale.
Dalla carta stampata dei libri e dal teatro si passò quindi sullo schermo. Quinta Colonna, nel 1966, fu uno sceneggiato televisivo della RAI del genere drammatico, ispirato al romanzo di Greene. Anche i Visitors, serie televisiva che andò in onda sulla NBC nel 1984 e su Canale5 sei mesi dopo, ebbero una ‘Quinta Colonna’ contro cui combattere. Non poteva infine mancare la Quinta Colonna come talk show televisivo sulle reti Mediaset.
Ma la ‘Quinta Colonna’ è oggi proiettata anche nel futuro fantascientifico. Dal Dizionario dei personaggi fantastici, alla voce “Andromeda”, apprendiamo che:
[…] si tratta di una spia, della “quinta colonna” di una invasione extraterrestre[17]?
Possiamo in definitiva cocnludere che ‘Quinta Colonna’ è una espressione il cui senso figurato afferente a spionaggio, sabotaggio e insurrezione nacque probabilmente nel contesto del conflitto civile spagnolo. Sviluppatosi prima in ambito bellico-militare e poi in quello politico, di destra e di sinistra, è approdato anche nell’universo letterario, in quello cinematografico e, infine, in quello televisivo.
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NOTE
[1] CHRISTIE, Agatha, Quinta Colonna, Milano, Mondadori, 2003, p. 5. ↑
[2] Quinta colonna, sub vocem, dizionario dei modi di dire della Hoepli Editore URL:<http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/C/colonna.shtml> [consultato il 20 marzo 2013]. ↑
[3] THOMAS, Hugh, Storia della guerra civile spagnola, Torino, Einaudi, 1963, p. 335. ↑
[4] Ibidem, nota 5. ↑
[5] De JONG, Luis, The German Fifth Column in the Second World War, Chicago, University of Chicago Press, 1956. ↑
[6] THOMAS, Hugh, op. cit., p. 335, nota 5. ↑
[7] SUN TZU, L’Arte della Guerra, Roma, Mediterranea, 2002, p. 30. ↑
[8] FURET, François, Il passato di un’illusione. L’idea comunista del XX secolo, Milano, Mondadori, 1995, p. 318. ↑
[9] BARBIERI, Pietro, Le cause della guerra civile spagnola, Roma, Robin, 2006, p.260. ↑
[10] CAIMPENTA, Ugo, Stukas, paracadutisti e quinta colonna, Milano, Lucchi, 1940. ↑
[11] ROSSI, Gianni Scipione, Mussolini e il diplomatico. La vita e i diari di Serafino Mazzolini, un monarchico a Salò, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005, p. 358. ↑
[12] TOMPKIN, Peter, Dalle carte segrete del Duce. Momenti e protagonisti dell’Italia fascista, Milano, Il Saggiatore, 2010, p.218. ↑
[13] GENTILONI, Filippo, Karol Wojtyla, Milano, Baldini e Castoldi, 1996, p. 31. ↑
[14] CHRISTIE, Agatha, op. cit. ↑
[15] HEMINGWAY, Ernest, Storia della guerra di Spagna. La Quinta Colonna, Milano, Mondadori, 1962. ↑
[16] GRAHAM, Greene, Quinta Colonna, Mondadori, Milano, 1991. ↑
Bibliografia
- BARBIERI, Pietro, Le cause della guerra civile spagnola, Roma, Robin, 2006.
- CAIMPENTA, Ugo, Stukas, paracadutisti e quinta colonna, Milano, Lucchi, 1940.
- CHIAVINI, Roberto, PIZZO, Gian Filippo, Dizionario dei personaggi fantastici, Roma, Gremese Editore, 1996.
- CHRISTIE, Agatha, Quinta Colonna, Milano, Mondadori, 2003.
- De JONG, Luis, The German Fifth Column in the Second World War, Chicago, University of Chicago Press, 1956.
- FURET, François, Il passato di un’illusione. L’idea comunista del XX secolo, Milano, Mondadori, 1995.
- GENTILONI, Filippo, Karol Wojtyla, Milano, Baldini e Castoldi, 1996.
- GRAHAM, Greene, Quinta Colonna, Mondadori, Milano, 1991.
- HEMINGWAY, Ernest, Storia della guerra di Spagna. La Quinta Colonna, Milano, Mondadori, 1962.
- ROSSI, Gianni Scipione, Mussolini e il diplomatico. La vita e i diari di Serafino Mazzolini, un monarchico a Salò, Soveria Mannelli, Rubettino, 2005.
- SUN TZU, L’Arte della Guerra, Roma, Mediterranea, 2002.
- THOMAS, Hugh, Storia della guerra civile spagnola, Torino, Einaudi, 1963.
- TOMPKIN, Peter, Dalle carte segrete del Duce. Momenti e protagonisti dell’Italia fascista, Milano, Il Saggiatore, 2010.
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