ISSN: 2038-0925

Luisa Baccara

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La silenziosa compagna del guerriero

Ho smesso di farmi domande ormai da molto tempo. Ho accettato la mia condizione e la mia esistenza. Da ragazza avevo una idea di vita, per me: oggi non la ritrovo. Avevo anche un’idea di futuro ed oggi non la intravedo. Avevo un sogno, eppure mi sono lasciata inchiodare in quel giardino, le labbra serrate in un silenzio ed una smorfia che non era un sorriso. Ho chiuso la mia bocca, quel giorno, ho ingoiato l’amarezza, quel giorno e mi sono detta: sarà per sempre. Questa è la mia vita. L’ho scelta? Non lo so. Ci sono capitata, affascinata dalle parole: Smikrà mi chiamava, la tua piccola amica. Ho cercato di ribellarmi, anche di fuggire… ma poi qui sono sempre tornata, ed alla fine, rimasta. E ci rimarrò fino alla fine. O almeno fino alla sua fine. Io, “la silenziosa compagna del guerriero”, un talismano con il nome materno suo più caro: Luisa. Ed io Luisella: la sua Mimmina, una confidente, la “direttrice” del Vittoriale. Sì quel luogo, amato ed odiato, dove lui continuava, nelle sue lettere, ad inchiodarmi anno dopo anno, invitandomi sempre a ritornare, perché “qui hai tutto per vivere alla tua guisa, liberamente”. Liberamente? Certo, la libertà di stare sola in una casa dove occuparsi della musica, dei paraventi, dove vivere una infelicità annunciata, nella quale sognare un amore senza limiti e nello stesso tempo un rancore ed una ribellione furiose.

L’arrivo

Nel giardino di D'Annunzio / La fotografia di Luisa.

L’agave quel giorno mi pungeva la schiena. E faceva bene: mi teneva ferma. Mi obbligava in quel giardino, un po’ paradiso e un po’ inferno, a rimanere inchiodata. La mano sinistra, la mia preferita, appoggiata su un grumo informe di verde indefinito. La destra, la più educata, teneva saldo il velo. La testa inclinata. Il naso “dritto ed esiguo come la Psiche di Napoli”, “dentro lo stretto viso bruno”. “I capelli selvaggi solcati dal giovine argento” nascosti dal velo e l’alloro. Quel giorno, lo ricordo bene, lavorata come sempre dalle sue mani, in attesa di una foto che mi ritraesse, avevo finito col chiedermelo: chi sono? Perché sono qui? Chi sono stata? Chi sarò domani?

Chi ero

Il corteggiamento / Chi ero. Disegno di Giulia Giaccaglia ©

Ero giovane. Amavo la musica, l’arte, il sole al lido di Venezia, la città in cui sono nata, e le montagne, la natura aspra delle Dolomiti, i viaggi, Roma, i concerti. E lui, il mio Ariel, mi scriveva: “Se io fossi libero, traverserei a nuoto il mare per venire a cercarti. Non ho pace, piccola. Non ho respiro. Il cielo è tutto rosato sui vetri. È così primaverile che mi meraviglio di non udire lo stridio delle rondini. Dove sei? Che fai? Mi dimentichi, leggera fra la gente leggera. Chissà come Roma è bella! E chi sa come tu sei bella!”.
Lui, incantato dalla mia bellezza che io non vedevo, mi mandava fiori, lettere quotidiane, libri, mi invitava a suonare e a cantare per lui e i suoi ospiti. Ho cercato di resistere. Ma era lui l’uomo ammirato e amato dal mondo e dalle donne. Ed io? Cosa avrei dovuto fare? Resistere? Come? E perché?

Chi sono diventata


Ho vissuto lì, con lui, per anni. L’ho amato. Ed ho amato il ricordo di questo amore per tutta la vita. Il ricordo della passione a Fiume. “Le notti di Fiume; notti di amore di ebbrezza; tu mi domandavi ansiosamente se ti amavo, mi prendevi e mi baciavi … ora non domandi perché ti amo troppo! Eppure ti amo piccolo sopra tutti al mondo, la mia vita è nelle tue mani, sono una piccola cosa che domanda protezione e sicurezza”.
A Fiume ricordo di essere arrivata alla fine di settembre. “Vieni a cantare l’inno Fuori i barbari, ai miei soldati”, mi scriveva. “Vieni! Vieni! Vieni!” mi ripeteva. Lui, un uomo quasi sessantenne, che aveva il mondo nelle mani, il poeta, il Vate, il sorvolatore di Vienna, l’eroe della guerra, lui, proprio lui, Gabriele, voleva me, poco più che ventenne. A Fiume, dove ho suonato anche con la mia amata sorella, ho conosciuto l’amore ma ho conosciuto anche l’odio. Di me pensavano, i suoi compagni, che distraevo il Comandante dalla rivoluzione, temevo per la sua vita e avrebbero voluto eliminarmi per togliere quell’impiccio, io, dal piano della rivoluzione.
Amore senza speranza / Luisa Baccara con la sorella e Gabriele D'Annunzio. Disegno di Giulia Giaccaglia ©Io. Una ragazza che, oggi, si è fatta donna, scivolata dentro un amore senza speranza. Dentro una vita senza futuro. Chi si ricorderà di me? Delle mie poche parole? Della mia musica? Ho cancellato tutto di me dentro di te, mio Ariel. Mi domandavo, all’inizio, perché questa umiliazione. Perché questa ingiustizia. Ma poi ho finito col non chiedermelo più. E mi sono riconciliata, perché ho capito che, dentro tutto questo, solo il silenzio avrebbe potuto contenere le mie parole. E così ho taciuto, sempre, fino alla fine.

Bibliografia

  • CONCATO, Carlo, La Casetta rossa di D’Annunzio. Un percorso storico-artistico attorno alla
    dimora veneziana del Vate
    , Venezia, Tesi di laurea in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici, Ca’ Foscari Venezia, a.a. 2013/14.
  • CROTTI, Ilaria, «Il ritratto come autoritratto: d’Annunzio interprete di Luisa Baccara», in Rivista di letteratura italiana, XXXI, 1/2013, pp. 67-86.
  • D’ANNUNZIO, Gabriele, Il befano alla befana. L’epistolario con Luisa Baccara, Milano, Garzanti, 2003.

Sitografia

Focus musicale - Luisa BaccaraFocus storico - Luisa Baccara

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2 comments
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  1. Chiedo scusa, ma sono citazioni di lettere della Baccara a d”Annunzio??

  2. Gentile lettore,
    ciò che si può leggere nella pagina iniziale di ogni personaggio non rappresenta un brano ripresi da altrove, non si tratta di citazioni tratte da lettere o libri dei biografati, ma testi originali redatti da chi ha collaborato al progetto immedesimandosi in ciascun soggetto, adottandone con sforzo mimetico la visione del mondo e lo stile espressivo. Si tratta, se vuole, di una forma di ventriloquismo letterario, uno dei valori aggiunti de La trama e l’ordito, che ha richiesto competenze scientifiche, nozioni storiografiche e abilità di scrittura.
    Un cordiale saluto,
    La redazione

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