Henri Privat-Livemont (1861-1936), Brussels, International Exhibition 1897, 1896. Litografia su carta (J.-L. Goffart lith., Bruxelles), 274×127 cm. Lyon, Bibliothèque municipale (attraverso Wikimedia Commons [Public domain])

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Hobsbwam definisce le esposizioni internazionali come un nuovo, allegorico e gigantesco rituale di autoesaltazione del capitalismo. Secondo Lotze [1] sono le uniche feste propriamente moderne; nella lettura di Benjamin inaugurano una fantasmagoria, in cui l’uomo entra per lasciarsi distrarre.

Dalla loro nascita borghese fino alla loro evoluzione contemporanea, passando per i totalitarismi, le esposizioni hanno svolto la funzione di cataloghi dell’identità nazionale e della cultura ufficiale.

L’obiettivo di questo numero è affrontare questo fenomeno dalle origini fino ai giorni nostri, nella sua dimensione internazionale e nazionale, nel quadro teorico della storia sociale attraverso l’analisi di fonti documentarie eterogenee, dalle emerografiche agli egodocumenti.

Si intende indagare, in maniera interdisciplinare, questo megaevento che si svolge in un non luogo dentro la città, che influenza l’urbanistica e la cultura del tempo, rappresentando identità ed alterità.

Bibliografia

• ADES, Dawn (ed.), Art and Power: Europe under the Dictators 1930-45, London,Thames and Hudson, 1995.
• BENJAMIN, Walter, The Arcades Project, Cambridge, London, Massachusetts, The Belknap Press of Harvard University Press, 2002.
• CHARTIER, Roger, El mundo como representación: estudios sobre historia cultural, Barcelona, Gedisa, 1992.
• GEPPERT, Alexander C.T., COFFEY, Jean, LAU, Tammy, International Exhibitions, Expositions Universelles and World’s Fairs, 1851-2005: A Bibliography, s. l., Freie Universität Berlin, California State University, 2006 URL:
  <http://www.fresnostate.edu/library/subjectresources/specialcollections/worldfairs/ExpoBibliography3ed.pdf>
• HOBSBAWM, Eric, The Age of Empire 1875-1914, New York, First Vintage Books Edition, 1989, pp. 34-55.

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NOTE

[1] LOTZE, Rudolf Hermann, Mikrokosmos, vol. 3, Leipzig, 1864, cit. in BENJAMIN, Walter, The Arcades Project, Cambridge, London, Massachusetts, London, The Belknap Press of Harvard University Press, 2002, p. 201. ↑

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