ISSN: 2038-0925

Devenir historien-ne: post #10

Prosegue la partnership avviata con Devenir historien-ne, il blog di informazione sulla storia mantenuto da Émilien Ruiz, collaboratore di Diacronie. Questo mese proponiamo la traduzione del post «Lire pour chercher, quelques réflexions».

La traduzione e l’adattamento dal francese sono stati curati da Francesca Sanna e Elisa Grandi.

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Leggere per una ricerca, qualche riflessione
18 dicembre 2014

di Caroline Muller

Questo post si propone alcune riflessioni sui diversi tipi di lettura che segnano il processo di ricerca finalizzato alla redazione di una tesi di laurea specialistica o di dottorato. Si descriverà un’esperienza personale iniziata tre anni fa con il mio progetto di ricerca di dottorato e che è ancora in corso, in quanto sto tutt’ora leggendo parte della bibliografia1. La mia tesi tratta delle forme di orientamento spirituale nel XIX secolo in Francia e si colloca tra la storia di genere e la storia della religione. Potete trovare maggiori dettagli consultando il mio blog. Da due anni metto insieme diversi tipi di appunti e recentemente ho condiviso su Twitter la sensazione che a volte mi coglie riguardo al fatto di essere sopraffatta e travolta dalla massa di documenti. Ho deciso quindi di creare una sorta tipologia delle diverse letture in modo da chiarirne alcuni aspetti. Cosa devo leggere? Cosa bisogna leggere? Quali letture per quale scopo?

L’importanza dei manuali

Può sembrare sorprendente l’idea di leggere dei manuali quando si lavora su un tema molto specialistico e che riguarda un periodo di tempo limitato. Tuttavia, le opere di sintesi (manuali) sono una sorta di salvagente. Ho iniziato le mie letture con i manuali: avevo bisogno di acquisire maggiore familiarità con il contesto generale del cattolicesimo nel XIX secolo e ho sentito la necessità di una rapida descrizione dei principali problemi del periodo. Oggi torno a questo tipo di lavoro in altri modi. Sto testando come le mie ipotesi si possano inserire nei diagrammi esplicativi più generali proposte da altri. Questo aiuta anche a mantenere una prospettiva più ampia: si finisce inevitabilmente per essere assorbiti dal soggetto e a perdersi nei dettagli. Io per esempio torno al libro di Ralph Gibson A social history of french catholicism2, quando mi sembra di perdere di vista il contesto d’insieme.

Le angolature di un soggetto: letture tematiche3

Le letture tematiche illuminano alcuni aspetti dello studio. Ogni soggetto tocca vari temi: per la mia tesi, ho dovuto studiare la storia delle associazioni caritative, la storia del clero, della famiglia, del matrimonio… tutte queste sezioni si ricompongono poi in un quadro di analisi. Queste letture possono essere effettuate prima dello spoglio delle fonti, ma anche in contemporanea: per esempio, ho capito la necessità di lavorare alla questione delle organizzazioni caritative quando questo tema è emerso nelle fonti. Questo aspetto della lettura bibliografica è, a mio parere, più problematico, perché implica saper organizzare e ordinare cosa leggere, cos’è utile e cos’è troppo lontano rispetto alle preoccupazioni della ricerca, altrimenti si rischia di passare una vita intera a leggere, per esempio, la bibliografia della storia della Chiesa. Da parte mia, scarto tutto quello che riguarda la storia dell’organizzazione della Chiesa e mi concentro sui libri che offrono una storia delle popolazioni, piuttosto che del clero. Evito anche di passare troppo tempo su monografie, preferendo considerare solo quelle che diventate un riferimento4. A poco a poco si diventa familiari con la storiografia del proprio soggetto e la selezione diventa più intuitiva.

Problematizzare la fonte

Le letture storiografiche durante la ricerca sono necessarie anche per pensare alle fonti che si utilizzano. Lavorando su un corpus di lettere, parte della mia bibliografia è dedicata alla problematizzazione di questo tipo di documenti: è imprescindibile durante la lettura critica della fonte tracciare la storia della sua produzione. Inoltre, si possono anche trovare spunti di analisi e interrogarsi sulle difficoltà metodologiche che possono sorgere. Per esempio, in questo modo ho trovato alcune piste di ricerca nella massa bibliografica dedicata alla corrispondenza, concentrandomi sugli articoli e libri che riflettevano sugli scambi epistolari esplicitamente come fonte per la storia5. Ho anche lavorato su Michel de Certeau6 e sulle belle pagine che ha scritto sulla corrispondenza. Le mie riflessioni devono molto anche ai lavori di Cécile Dauphin7, che suggeriscono di interessarsi a come i mittenti rappresentino l’atto di scrivere nelle loro lettere – un elemento centrale nelle lettere scritte per indicare una direzione spirituale – che non avevo considerato fino a quel momento.

Diventare esperti del proprio tema di ricerca

Si tratta probabilmente dell’aspetto meno interessante del lavoro sulla bibliografia: a volte abbiamo bisogno di ricorrere a libri molto tecnici per trovare punti di riferimento su aspetti che non padroneggiamo completamente. Nel mio caso, possono essere libri che si occupano di psicologia o di spiritualità; o che sviluppano questioni molto specifiche lontane dal mio oggetto di studio, per esempio, un cambiamento di paradigma del clero sulle confessioni8. Vi sono poi quei libri “tecnici” che leggiamo in diagonale, in quanto non siamo interessati al loro contenuto generale, ma piuttosto speriamo di ritrovarvi nomi o informazioni. È un lavoro noioso, perché a volte significa cercare molto fieno senza trovare l’ago nel pagliaio… Tra le mie fonti vi sono per esempio le lunghe biografie in tre volumi sui sacerdoti che forniscono una notevole quantità di informazioni, spesso tratte da documenti ormai indisponibili.

Creare il proprio insieme di strumenti di indagine

Queste letture sono più legate agli strumenti dell’indagine che al contenuto dell’oggetto di ricerca. Vanno in questa categoria tutti gli articoli e libri che aiutano a costruire le nostre valutazioni. Non posso ancora spiegare il percorso intellettuale che porta a scoprire un concetto e includerlo nell’analisi. Alcune letture sembrano ovvie, perché sono allo stesso tempo concettuali e tematiche: Foucault è l’unico ad aver prodotto testi sostanzialmente incentrati sulla direzione della coscienza9. Ma l’emergere di altri strumenti è più tortuoso: non so esattamente come mi sono interessata al concetto di agency, per esempio. Una volta stabilito questo interesse e la volontà di mobilitare questo concetto nell’analisi, mi è sembrato importante leggere articoli che ne mostrano gli usi e le limitazioni10

Usare tutti i mezzi

Avevo pensato di chiamare questa categoria «letture trasversali», prima di rinunciarvi visto il suo carattere «prendi tutto». È la categoria delle piacevoli sorprese e del caso. Una categoria che non è una sola, in quanto comprende tutte le opere estranee alla tesi che consultiamo. Che sia per preparare corsi, per gusto personale, perché ci sono state consigliate. La nostra mente è capace di stabilire legami a volte sorprendenti e il bello della ricerca è che permette di usare tutti i mezzi disponibili per arricchirla11.

Linea di separazione
  1. Se davvero si può pensare di leggere tutta la bibliografia. Forse bisognerebbe cominciare dicendo che bisogna rinunciare all’idea di leggere tutto. []
  2. Ralph GIBSON, A social history of french catholicism (1789-1914), Londres-New York, Routledge, 1989. []
  3. La bibliografia di una tesi dovrebbe includere innanzitutto i libri che trattano l’argomento viene affrontato. Lascio ad altri la trattazione di questo aspetto perché non ci sono libri o articoli che trattano direttamente la pratica della direzione spirituale nel diciannovesimo secolo in Francia, soggetto della mia tesi. []
  4. BOUTRY, Philippe, Prêtres et paroisses au pays du Curé d’Ars, Paris, Cerf, 1986. []
  5. Per esempio SOHN, Anne-Marie, La correspondance, un document pour l’histoire, Mont-Saint-Aignan, Presses universitaires de Rouen, 2002; CHARTIER Roger, BOUREAU, Alain, La correspondance: les usages de la lettre au XIXe siècle, Paris, Fayard, 1991. []
  6. CERTEAU, Michel de, Giard, Luce, L’invention du quotidien, Paris, Gallimard, 1990. []
  7. DAUPHIN, Cécile, «La mise en scène épistolaire, Cas d’une correspondance familiale (France, XIXe siècle)», in SERVAIS, Paul, VAN YPERSELE, Laurence, MIRGUET, Françoise, La lettre et l’intime. L’émergence d’une expression du for intérieur dans les correspondances privées (17e-19e), Louvain la Neuve, Academia-Bruylant, 2007. []
  8. GUERBER, Jean, Le ralliement du clergé français à la morale liguorienne. L’abbé Gousset et ses précurseurs, (1785-1832), Roma, Università Gregoriana, 1973. []
  9. FOUCAULT, Michel, Du gouvernement des vivants: cours au Collège de France (1979-1980), Paris, EHESS, 2012. []
  10. EMIRBAYER, Mustafa, MISCHE, Ann, «What Is Agency?», American Journal of Sociology, 103, 4/1998, pp. 962-1023. []
  11. Tra i lavori che si potrebbero annoverare in questa categoria: BOURDIEU, Pierre, Ce que parler veut dire: l’économie des échanges linguistiques, Paris, Fayard, 1982. ILLOUZ Eva, JOLY, Frédéric Pourquoi l’amour fait mal: l’expérience amoureuse dans la modernité, Paris, Seuil, 2012. FARGE, Arlette Le Goût de l’archive, Paris, Seuil, 1989; PEREC, Georges, L’infra-ordinaire, Paris, Seuil, 1989. []

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