ISSN: 2038-0925

L’atelier de l’historien-ne: post #44

Per la nuova rubrica L’atelier de l’historien-ne, questo mese proponiamo la traduzione del post «Propagande allemande et collaboration en Belgique et dans le Nord de la France (1940-1944)», pubblicato sul blog Regards sur l’IRHis: le carnet des doctorant.e.s

La traduzione e l’adattamento dal francese sono stati curati da Ludovica Lelli, curatrice della versione italiana della rubrica.

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Propaganda tedesca e collaborazionismo in Belgio e nel Nord della Francia (1940-1944)
25 gennaio 2022, aggiornato il 27 gennaio 2022

di Louis Fortemps

Questo post è un adattamento della presentazione “German Propaganda and collaboration in Belgium and Northern France (1940-1944)” proposta da Louis Fortemps il 10 gennaio 2022 in occasione di un seminario in lingua inglese dell’IRHiS. Presenta un aspetto delle sue ricerche e sottolinea il fondamentale apporto del collaborazionismo nella propaganda tedesca durante l’Occupazione del Belgio e del Nord della Francia.

FONTE: Bundesarchiv, Bild 101I-00006 / Kropf / CC-BY-SA 3.0.

Durante la Seconda guerra mondiale, il Belgio e i dipartimenti del Nord e di Pas-de-Calais sono sottoposti alla stessa amministrazione militare tedesca. Insediatasi a Bruxelles, governa cercando di mantenere la pace tra la popolazione per assicurarsi che il Terzo Reich possa sfruttare appieno la produttività del suo territorio. La politica del Ruhe und Ordnung (Calma e ordine) prevede da una parte che la popolazione simpatizzi per l’occupante grazie ad un efficace controllo mediatico, dall’altra, riorganizzando la vita culturale sulla base dei principi nazionalsocialisti, che si diverta.
Queste due fondamentali missioni sono di competenza del servizio di propaganda, la Propaganda-Abteilung Belgien (PAB), che per portarle a termine con successo deve dispiegare numerose risorse in Belgio e in Francia.

La Propaganda-Abteilung Belgien

Stabilitosi a Bruxelles dal 1940 questo servizio è impegnato in diverse attività. Oltre al suo contributo nella politica di occupazione tedesca deve anche fungere da collegamento tra i territori occupati e la Germania diffondendo l’ideologia nazional-socialista, tagliare i contatti con la Francia – la cui influenza è considerata nociva – ed escludere dalla vita pubblica chi si oppone al Reich, a partire dagli ebrei e dai membri delle nazioni in guerra con la Germania.

La struttura adottata dal PAB per occuparsi di tutto ciò viene adattata ai suoi diversi obiettivi. Si divide in gruppi (Gruppen) a seconda del campo d’azione: per i mezzi di comunicazione, il Gruppe Presse e il Gruppe Rundfunk sono rispettivamente incaricati della stampa scritta e della radio; per quanto riguarda la cultura, il Gruppe Film si occupa dell’industria del cinema, mentre il Gruppe Kultur è a sua volta suddiviso nei sottogruppi di teatro, musica, arti plastiche e letteratura. Il Gruppe aktiv-Propaganda invece ha compiti più dinamici: è incaricato di promuovere la presunta superiorità tedesca e l’ideologia nazionalsocialista organizzando esposizioni, campagne pubblicitarie o distribuzioni di volantini e opuscoli.

Per assicurare una completa copertura del territorio la PAB adotta anche una divisione per aree geografiche collocando uffici nelle città principali (Anversa, Charleroi, Gant, Hasselt, Liège, Lille, Mons).

Tra i suoi membri si conta qualche ufficiale militare, ma soprattutto specialisti civili arruolati per la durata della guerra in ragione delle loro competenze nei campi di comunicazione, pubblicità o cultura, tutti esclusivamente tedeschi. La maggior parte proviene dal ministero della Propaganda di Joseph Goebbels, fattore che gli conferisce di fatto una non trascurabile influenza sulla PAB.

L’importanza della collaborazione

A dispetto di questa struttura, senza la partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine del Belgio e della Francia, la PAB non otterrebbe nessun risultato. Per raggiungere i suoi obiettivi, infatti, l’influenza degli specialisti tedeschi deve passare il più inosservata possibile, pena il totale screditamento delle loro politiche agli occhi della popolazione occupata. Per sostenersi, quindi, la PAB è costretta ad appoggiarsi a risorse con cui collaborare. Qui ci concentreremo principalmente sui mezzi di comunicazione e le corporazioni culturali senza soffermarci troppo su reti collaborative come DeVlag, la Communauté Culturelle Wallonne o il Vlaamsch Verbond van Frankrijk.

Nella stampa censurata le redazioni sono principalmente composte da personale belga e francese. La PAB attribuisce ad ogni giornale o ad ogni regione un censore (Pressebetreuer) incaricato di controllare il contenuto degli articoli pubblicati. Questo ufficiale tedesco, solitamente giornalista di professione, partecipa attivamente alla nascita del giornale. Parimenti fondamentale è la sua relazione personale con la direzione di redazione, che varia da una situazione all’altra: un contatto privilegiato permette al giornale in questione di beneficiare di un maggior margine di manovra. D’altro canto, però, questo può comportare per la PAB una mancanza di coerenza tra le informazioni pubblicate. Un censore particolarmente indulgente potrebbe permettere la pubblicazione di articoli che mettono in discussione alcune parti della politica di collaborazione, rivelando di fatto le fratture presenti all’interno della struttura stessa di occupazione. Nel caso della radio, la situazione è paragonabile. Vi è un gruppo misto franco-belga diretto da ufficiali e tecnici tedeschi per ciascuno delle tre radio sotto controllo (Zender Brussel, Radio Bruxelles e Radio-Lille).

Nell’ambito culturale la situazione è un po’ diversa. La PAB si ispira al contesto tedesco, in cui i settori culturali sono sottoposti ad una vasta corporazione, la Reichskulturkammer. Nel tentativo di replicare, la PAB prova a recuperare o creare dal nulla nuove corporazioni per ogni settore culturale in Belgio e nel Nord della Francia, al fine di permettere alla propaganda tedesca di diffondere le proprie direttive attraverso il loro utilizzo. Solitamente questo accade attraverso la pubblicazione di un periodico editato dalla corporazione e a cui è obbligatorio abbonarsi. La PAB dipende fortemente dal buon cuore di chi è a capo di questi organismi e questo può creare conflitti, in ragione della frequente volontà da parte delle corporazioni di proteggere il proprio mestiere più che di obbedire agli ordini tedeschi.

Altra difficoltà: il raggio d’azione della PAB copre tre regioni con realtà molto diverse. È quindi necessario che adatti il proprio sistema corporativo alla realtà del luogo arrivando a volte a creare anche due o tre corporazioni per lo stesso settore culturale. Così, mentre i proprietari del cinema belga sono inseriti nel Syndicat des propriétaires de cinéma, i proprietari francesi fanno parte del Syndicat des directeurs de salle attivo nella Francia del Nord. Questo appesantimento strutturale e le profonde differenze tra Francia, Fiandre e Vallonia, colpiscono ulteriormente la coerenza del sistema creato.

Quali risultati?

Durante la guerra, la dipendenza dei servizi di propaganda tedeschi dalle redazioni e corporazioni belghe e francesi si complica ulteriormente. Con la progressiva radicalizzazione dell’occupazione i rapporti sfuggono di mano. A partire dalla fine del 1942, buona parte dei redattori, dei dirigenti delle radio e dei giornalisti entrano in conflitto con la politica tedesca e si dimettono. Generalmente vengono sostituiti da degli ultras collaborazionisti, che però con il loro modus operandi allontanano sempre di più i media censurati dalla maggioranza della popolazione.
Dall’altra parte, il riscontro positivo della propaganda tedesca dipende moltissimo dai successi militari del Terzo Reich. Quando la Wehrmacht sembra invincibile il pubblico sembra disposto all’ascolto, quando accumula sconfitte, invece, l’opinione pubblica se ne allontana. Il deterioramento della situazione militare contribuirà lentamente, ma indiscutibilmente, a mettere in scacco il programma della Propaganda-Abteilung Belgien, costringendola alla perdita progressiva di una buona parte del suo personale specializzato, in particolar modo nel settore culturale, che viene inviato in altre zone dell’Europa occupata. Questa lenta agonia metterà in pericolo l’esistenza stessa del Gruppe Kultur, ipotecando il suo programma culturale a vantaggio di una più immediata propaganda militare veicolata dal Gruppe aktiv-Propaganda. In ogni caso, con la liberazione del Belgio e del Nord della Francia nell’estate del 1944, le misure applicate dalla PAB verranno per la maggior parte spazzate via.

Bibliografia

  • DE BENS, Els, De Belgische dagbladpers onder Duitse censuur (1940-1944), Antwerpen-Utrecht, De Nederlandse Boekhandel, 1973.
  • FINCOEUR, Michel Benoît, Le théâtre d’amateurs sous l’occupation, Tesi in Storia dello spettacolo, Université Libre de Bruxelles, 2001-2002.
  • FOULON, Véronique, Le cinéma à Lille. 1939-1944, Tesi in Storia, Université de Lille, 1994.
  • FORTEMPS, Louis, VANDE WINKEL, Roel, «The German Military Propaganda Department Belgium (Propaganda-Abteilung Belgien) vis-à-vis ‘Cultures of Spectacle’ in occupied Belgium (1940-1944)», in Belgisch Tijdschrift voor Nieuwste Geschiedenis, LIII, 1-2/2023, pp. 170-200.
  • RASE, Céline, Interférences. Radios, collaborations et répressions en Belgique (1939-1949), Namur, Presses universitaires de Namur, 2021.
  • VAN DE VIJVER, Herman, Het Culturele Leven tijdens de Bezetting, Kapellen, Pelckmans, 1990.
  • VANDE WINKEL, Roel, «Film Distribution in Occupied Belgium (1940-1944) : German Film Politics and its Implementation by the ‘Corporate’ Organisations and the Film Guild», in Journal for Media History, 20, 1/2017, pp. 46-78.

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